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Bullismo: violenza fisica e psicologica a scuola

Con l’inizio della scuola riaffiorano anche i problemi di sempre: tra questi, senza dubbio, c’è il bullismo! Vediamo insieme in cosa consiste.

A cura del nostro socio fondatore Dott. Marco Magliozzi, psicologo, psicoterapeuta, esperto in PNL Bioetica

Con l’inizio della scuola riemergono anche i problemi a essa collegati: il bullismo, ad esempio, è uno dei più importanti.

Con questo termine ci riferiamo a un insieme di comportamenti aggressivi, sia fisici sia psicologici, rivolti in maniera continuativa verso una o più vittime, non in grado di difendersi.

Da una parte abbiamo quindi il bullo (o i bulli), ovvero le persone che mettono in atto questi comportamenti violenti, e dall’altra abbiamo coloro che li subiscono.

Le conseguenze del bullismo sono varie e gravi, passando per la sofferenza emotiva/psicologica a quella fisica, a breve o lungo termine.

Il bullismo a scuola

Il contesto nel quale il bullismo si manifesta maggiormente è senza dubbio la scuola.

Secondo un’indagine Istat del 2014, più del 50% degli adolescenti, in una fascia d’età compresa tra gli 11 e i 17 anni, sarebbe stato vittima di almeno un episodio di bullismo.

Tra i comportamenti violenti possiamo inserire:

  • umiliazioni e derisioni costanti;
  • esclusione dalle attività di gruppo;
  • offese, parolacce e insulti;
  • diffamazione;
  • violenza fisica.

Conseguenze del bullismo

Subire episodi di bullismo provoca conseguenze sia nell’immediato sia nel lungo termine.

Numerosi studi hanno infatti evidenziato come le vittime rischino di sviluppare nel tempo disturbi psicologici quali:

  • disturbo d’ansia generalizzato;
  • attacchi di panico e disturbo da attacchi di panico;
  • una o più forme di dipendenza patologica;
  • disturbo depressivo;
  • disturbi psicotici;
  • rischio suicidario aumentato.

Anche il bullo, nonostante ricopra il ruolo di “carnefice”, corre il rischio di sviluppare vari disturbi, come ad esempio il disturbo antisociale di personalità.

Bullismo e autostima: quale correlazione?

Potrà sembrare un controsenso, ma sia il bullo sia la vittima condividono una caratteristica: la bassa autostima.

Secondo diversi studi, un buon concetto di sé aiuterebbe i bambini e i ragazzi a ottenere maggiori successi scolastici e relazionali.

Questo, purtroppo, non accade nella dinamica del bullismo.

Soggetti con bassa autostima possono, infatti, divenire sia carnefici sia vittime.

Nel primo caso, coloro che attuano comportamenti aggressivi sono guidati da un tentativo inconscio di guadagnare potere, con l’obiettivo di riempire un vuoto interiore.

Apparentemente forti e attraenti, in realtà i bulli tentano di ottenere ammirazione e attenzione, con il solo scopo di migliorare l’immagine di sé. Profondamente vivono invece una grande sofferenza emotiva.

Nel secondo caso, i soggetti con una bassa autostima sono più indotti alla vittimizzazione, a causa del loro sentirsi inadeguati e dei loro atteggiamenti involontari che “attirano” l’attenzione di coloro che, al contrario, hanno bisogno proprio di una vittima per sentirsi potenti.

Cyberbullismo

Con l’avvento dei social e del massivo uso della tecnologia, il bullismo si è spostato anche online: parliamo in questo caso di cyberbullismo.

Gli atteggiamenti violenti si manifestano dunque sul web:

  • denigrazione e umiliazioni attraverso la pubblicazione di contenuti personali;
  • utilizzo dei social network per offendere e insultare la vittima;
  • uso delle chat di gruppo per aggredire psicologicamente la persona bullizzata.

Secondo diversi studi, il cyberbullismo rappresenta potenzialmente una forma ancor più grave del bullismo.

Infatti, essendo ormai internet come una “seconda casa” per moltissimi adolescenti e avendo il web il potere di diffondere velocemente qualsiasi genere di contenuti, gli attacchi personali contro la vittima andrebbero a colpire non solo il singolo individuo ma anche l’immagine sociale di sé, influendo negativamente sulle relazioni interpersonali e generando gravissimi danni all’autostima.

Bullismo e psicoterapia

La psicoterapia è senza dubbio la strada maestra da percorrere sia per le vittime sia per gli autori di bullismo.

Lavorare sulla propria autostima, gestire al meglio le aggressioni subite e comprendere (nel caso dei bulli) quali dinamiche li portino ad agire in tal modo, è senza dubbio fondamentale.

Rivolgersi agli istituti scolastici è inoltre importantissimo per arginare questa dinamica, proponendo attività di prevenzione con docenti e genitori.

Nei casi più gravi, ovvero quando si manifestino anche aggressioni e lesioni fisiche, è possibile, anzi doveroso, contattare sia la scuola sia i legali.

Se sei vittima di bullismo, se sei una persona che agisce bullismo e desideri cambiare, se sei un genitore di una vittima e vuoi aiutare tuo figlio, puoi contattare la nostra associazione.

Ti Prometto il Mare: storie di donne, storie di speranza.

La Prof.ssa Paola Colarossi, autrice e nostra socia onoraria, ci racconta del suo ultimo romanzo e del fil rouge che anima il progetto sociale sotteso alle presentazioni dell’opera e che vede coinvolta la nostra associazione.

“ Ti prometto il mare” è un racconto . Narra storie di donne, alcune vittime altre eroine. 

Alcune personaggi di fantasia, altre personaggi reali. 

I loro vissuti, la loro lotta contro il Fato, testimoniano l’esistenza di un legame universale nella Vita di ognuno di noi.

A far da sfondo alle storie di queste donne, il mare.  A tessere le storie di queste donne, un altro protagonista maschile, il racconto.

“Ti prometto il mare” è un racconto nel racconto in cui alla parola, all’atto del raccontare, si restituisce importanza e dignità.  

– Venite qui, piccole mie, ascoltate – dice Capellidargento, una delle protagoniste, mentre si accinge a raccontare alle giovani amiche, vittime del Fato, le storie di donne vincitrici sugli accadimenti che segnano il percorso della Vita.

In quest’invito, il richiamo a prestare attenzione alla storia dell’altro , a creare con l’altro una relazione autentica basata sull” ascolto empatico”, godendo  il tempo del racconto stesso, come tempo prezioso per la propria Vita.

 Un racconto nel racconto, si diceva, i cui accadimenti si snodano in tempi e luoghi differenti.   Come introduzione, una fiaba, che narra la storia del flusso della Vita che si ripete ininterrotto dall’infinito passato, proiettandosi in protagonisti legati uno all’altro da destini incrociati, da storie condivise.

La prima parte, quasi un antefatto al racconto finale, narra le vicende di tre personaggi: Bambina, una piccola sposa di appena dodici anni, Fiordiloto, la giovane serva che la accudisce e Capellidargento, la saggia e amorevole cuoca del palazzo in cui, tutte e tre, vivono.

 Il tema delle spose bambine e delle orfane dei paesi asiatici costituisce il fulcro da cui tutta la vicenda si snoda   e testimonia l’atto di brutalità estrema a violazione del diritto alla Vita: la    duplice negazione alla sessualità e all’infanzia.

I personaggi che intervengono nella seconda parte rappresentano il mondo a noi più vicino, la realtà in cui ci muoviamo, nota e apparentemente evoluta. Centrale, il tema della maternità e la grande responsabilità delle madri nel sostenere, proteggere, rivendicare la Vita.

La conclusione è affidata alla principessa Animabella, che incarna l’eroina attraverso la quale, tutte le donne, vittime del Fato, venute prima di lei, otterranno la loro vittoria. Volutamente, luoghi e tempi rimangono indefiniti, a sottolineare l’universalità della Vita.

Le vicende delle protagoniste insegnano che la Vita non va intesa come una serie di vicende a cui è impossibile sfuggire; al contrario è l’atteggiamento con cui affrontiamo le difficoltà e le prove  che si presentano nel corso della nostra Esistenza che ha il potere di trasformare anche un’ apparente sconfitta in una vittoria. 

Di fronte alle prove più dure, le protagoniste della seconda parte del racconto non si sono arrese; hanno lottato contro il dolore e la perdita, contro i pregiudizi, contro ogni sorta di ostacolo, determinando la Vittoria. E hanno trasformato le loro vite in vite Vittoriose accogliendo la loro Vita in toto.

Questo messaggio, affidato a vicende di donne, ha, beninteso, una valenza universale.

Ogni Vita ha la sua dignità e ogni Vita va accolta e rispettata. 

Affinchè questo possa essere realizzato è necessario conquistare e consolidare la giusta consapevolezza di sé e imparare a riconoscere ogni   Vita come degna di ogni forma di rispetto.

Ciò richiede un percorso di solidarietà, di comunanza di intenti, di sostegno. 

Ecco che le reti, promulgatrici di conoscenza, costruttrici di valori quali il rispetto di sé e dell’altro, portatrici di legami solidali e di sostegno, divengono fondamentali per la concretizzazione di tali obiettivi e la realizzazione di un mondo di Pace.

In questo contesto opera  l’Associazione “Fermiconlemani”, comunità gentile a cui mi fregio di appartenere e  il Centro Studi “ Barletta  in Rosa” .

Con queste finalità, le Presidenti delle Associazioni,  Avv.ta Tiziana Cecere e Prof.ssa Mariagrazia Vitobello, muovono le loro azioni.

Con questo desiderio, io, Grazia Maria Lops e tutti i soci di tali Associazioni,  decidiamo di esserci, in prima persona, a testimonianza che si  può essere il “ cambiamento che vuoi vedere nel mondo”

Appuntamento al prossimo venerdì 8 settembre alle 18.30 a Barletta presso la sala Comunità Sant’Antonio, in via sant’Antonio per la tavola rotonda di presentazione ed approfondimento.

COME ESSERE CHIC IN AUTUNNO: 7 TRUCCHETTI FACILI FACILI PER VESTIRSI BENE

A cura della nostra responsabile progetto”Benessere ed Empowerment” Ottavia Ditroia, personal shopper ed esperta d’immagine.

Capita a tutti noi di guardare una donna o un uomo che cammina per strada e di ammirare il modo in cui è vestita/o, il modo in cui cammina o muove le mani o si atteggia in generale. In quel momento ne stiamo ammirando lo stile, che non è fatto solo dell’outfit certo, ma di cui quest’ultimo è una componente fondamentale.

Il passo successivo sarebbe di chiedersi: Come mai mi piace lo stile di quella donna/uomo? Cosa c’è nel suo outfit che mi attira così tanto?

Dovremmo fermarci a fare un’analisi approfondita, ma non sempre è possibile. 

Allora io oggi ho deciso di svelarvi 7 semplici trucchi per vestirsi bene in autunno e far sì che la prossima volta ci sia qualcun altro che si chiede cosa gli piace del NOSTRO outfit.

INVESTIRE NEL CAPPOTTO CLASSICO: siccome nelle stagioni fredde è praticamente l’unico capo che indossiamo che si vede, perché gli altri sono tutti coperti, il mio consiglio è di investire tutto il budget che potete nell’acquisto di un cappotto classico magari con cintura in vita che sta bene praticamente a tutte le fisicità. Non è necessario spendere un capitale, ma è fondamentale assicurarsi che la qualità sia ottima in modo da poterlo sfruttare di qui all’eternità; infatti è un grande classico che MAI passerà di moda e la stagione successiva dovrete solo preoccuparvi di dargli una rinfrescata in lavanderia prima di indossarlo di nuovo. Per quanto riguarda i colori, dipende sempre dal vostro stile e dai colori che compongono il resto del vostro guardaroba a cui deve abbinarsi, ma in generale mi manterrei sui neutri: nero, cammello, blu, grigio, bianco, beige…. Il taglio classico, inoltre, lo rende particolarmente versatile perché si abbina facilmente sia con outfit informali (jeans e maglione o t-shirt) e da giorno che con look più eleganti e formali da sera; immaginate poi cosa diventa una semplice felpa color crema, un paio di joggers in tinta, un paio di sneakers super comode ed un cappotto cammello a completare il tutto: semplice e di grandissimo effetto, perché è il cappotto che porta un outfit super-basico al suo livello superiore;

STRATIFICARE:

un outfit è stiloso anche perché sotto c’é la sapiente arte della stratificazione. Provate a creare look che si compongono di più strati (senza ingoffarvi, mi raccomando!!!) e vedrete come immediatamente tutto appare più strutturato, più studiato e quindi semplicemente più bello. Vi faccio un esempio facile da ricopiare subito: camicia bianca classica in cotone, pullover blu scollo a V  (o cardigan o blazer o felpa), pantaloni in eco-pelle neri, cintura nera, sneakers bianche e cappotto blu dalla linea classica (punto 1);

GIOIELLI O BIGIOTTERIA:

per quanto mi riguarda nessun outfit è chic senza la ciliegina sulla torta rappresentata dai gioielli o dalla bigiotteria. Ognuna di noi scelga ciò che le piace di più, ovviamente senza esagerare nelle quantità, ma non uscite di casa senza uno massimo due pezzi di gioielleria o bigiotteria. Lo abbiamo detto e ripetuto e quindi adesso non mi dilungherò ulteriormente, ma sappiate che lo loro potenza è estrema;

CALZATURE:

insieme al cappotto sono l’altro elemento che si nota quando camminate per strada perché tutto il resto dell’outfit è coperto dal capospalla. La prima raccomandazione che vi faccio, quindi, prima di parlarvi delle calzature più chic, è quella di avere cura delle vostre scarpe, di pulirle (e/o lucidarle) prima di uscire di casa; di controllare che non siano macchiate o graffiate o rovinate in qualche modo perché non avete idea di quanti punti perda un bellissimo e studiatissimo outfit con un paio di scarpe sporche o rovinate. La bravura qui sta nella scelta di scarpe autunnali che siano belle ma soprattutto comode, perché poi si rischia di lasciarle marcire nella scarpiera. Se avete problemi particolari di calzata, vi consiglio di non acquistare mai le scarpe online , ma di recarvi presso un negozio fisico per provarle. In autunno/inverno io dico sempre alle mie cliente di indirizzarsi verso gli stivali o stivaletti con misura e larghezza tacco che preferiscono. Gli stivaletti sono da abbinare ai pantaloni, gli stivali si abbinano agli abiti, alle gonne e ai pantaloni skinny. Sono comodi, caldi e ti permettono di essere chic anche nelle giornate di pioggia;

COLOUR PALETTE:

trovate la gamma di colori che vi sta meglio e in base a questa, costruite il vostro guardaroba. L’armocromia vi viene in soccorso in questo, ma non tutti vogliono farsi fare un’analisi armocromatica, allora come fare? Quando fate shopping, accostate al vostro viso il capo e notate se quel colore vi valorizza o no. Lo sappiamo: i colori hanno un grande potere nella nostra vita e menomale che esistono! I colori freddi stanno bene a chi ha la carnagione con sottotono rosato e quelli caldi stanno bene a chi ha il sottotono pescato. Senza entrare troppo nei tecnicismi, provate a notare, possibilmente con l’aiuto di un occhio terzo, che effetto fa quel colore al vostro viso. E’ estremamente importante scegliere la palette di colori che vi valorizza nella creazione di un outfit dall’effetto wow!;

CAPI DI TENDENZA:

per un outfit sensazionale è importante mixare i capi basici, lo sappiamo, ma l’effetto glamour si otterrà se si aggiungerà un capo della tendenza di stagione. SOLO UNO, quello che vi piace da impazzire, quello che vi sta meglio e soprattutto quello che si adatta maggiormente al vostro stile di vita ed la resto del vostro guardaroba. Per esempio: il dettaglio nelle maniche, un blazer oversize, un paio di stivaletti neri grossi, una mantella, una borsa di tendenza tipo quella che ha lanciato Bottega Veneta, ecc…. Non è necessario, però, spendere tanti soldi; incorporate nell’outfit basico e senza tempo, un solo capo che lo rende immediatamente moderno. Sceglietelo voi!

ABBINAMENTI FURBI:

un trucchetto semplicissimo ma davvero d’effetto è di abbinare il colore del top (camicia, maglione, blazer, dolcevita, t-shirt …………….) al vostro capospalla. L’effetto eleganza è immediatamente assicurato, provare per credere!

Ottavia Ditoia

Stupro di Palermo: il fallimento educativo, la cultura della violenza, la disumanizzazione della vittima.

Un monito meditato della nostra socia onoraria Prof.ssa Paola Colarossi

Lettera a noi adulti

Sgomenta, leggo dei fatti di Palermo. Sbigottita leggo i commenti a tali fatti.

Immersi in una cappa di odio e di animalità, ottenebrata la mente, vomitiamo sentenze che a nulla servono se non a dare libero sfogo alla rabbia che serpeggia nei nostri cuori. 

Nulla si costruisce nella rabbia, nulla si risolve con la rabbia.

Questo, il mio parere.

Faccio l’insegnante da più di trent’anni; sono a contatto con una fascia particolarmente critica, quella che accompagna i bambini alle soglie dell’adolescenza. Negli anni ho visto gli effetti che la trasformazione sociale, consentitemi ma non riesco a definirla progresso sociale, sta avendo sui più giovani. 

Affidati precocemente alle cure di smartphone, comunità sociali e consolle tecnologiche, crescono soli. 

Crescono fragili e infelici e ognuno  di loro manifesta il suo malessere a modo suo. Alcuni, insicuri, diventano presto vittime. Altri arroganti, carnefici.

 Ho sentito dire ultimamente che le generazioni di “nativi digitali” che si stanno susseguendo, saranno sempre più flessibili, avranno capacità di logica più pronte e altro che non ricordo più. Sarà vero; non oso mettere in dubbio tali affermazione ma mi viene da aggiungere “ E quindi ?Questo farà di loro persone più concrete, più sicure di sé, persone emotivamente stabili? Perché se così non è, me ne frego della logica e della flessibilità che deriverà. Non arricchirà di un centesimo la loro vita.”  

Ma non vorrei dare l’impressione di essere contro la tecnologia; non è quello il punto. 

Il punto siamo NOI.  Noi Adulti, intendo.

Dove cavolo siamo? Come facciamo a non accorgerci che intorno a noi i ragazzi, pur di essere visti, considerati, sono disposti a tutto? Si tagliano le braccia. Le ho viste, una volta, le braccia di una mia alunna; sembrava che ci fossero disegnati una serie di pettini, tante sottili righe, una accanto all’altra. Tante. Le ho viste e le ho chiesto: “Cos’è?”

 “ Mi sono ferita a dei rami” mi ha risposto….ho convocato i genitori e loro si sono mossi. Una bellissima famiglia, a dire il vero, ma lei era fragile e imitava gli altri, si lasciava coinvolgere dalle Challenge di You Tube, un mondo apparentemente innocuo, ragazzine che insegnano a truccarsi, a vestirsi, che giocano a dare consigli su come conquistare il ragazzo che ci piace, giocano a fare le grandi – Che male c’è –

Diciamo noi. Non fanno niente di male.

Non fanno niente di male i genitori che postano video di bambini che raccontano fatti divertenti, scimmiottando i grandi, che dicono parolacce come se niente fosse,  bambine che ballano truccate  ed acconciate come se fossero ad un concorso per reginette di bellezza, quelli tanto amati dagli americani – Le avete mai viste quelle bambine? Vi siete mai chiesti che fine fanno? Da grandi?

Sgomenta assisto alla perdita di potere dei genitori nei confronti dei figli, che crescono troppo in fretta, che divorano fette di Vita troppo grandi per poter attraversare l’esofago e che finiscono per strozzarli.

Un giorno una bambina di undici anni mi diceva che l’amichetto, in classe, faceva cose “schiocche “ con il flauto e mentre me lo diceva mimava il gesto -undici anni-

” Che ne sai?” avrei voluto chiedere e invece tentavo di sdrammatizzare e lei insisteva  “ Professore’ …sono cose sciocche , cose sciocche” … e un altro , sempre undici anni, che scriveva al computer richieste sessuali esplicite e  molto ben definte, sperando che l’amichetta di banco leggesse. 

Undici anni. I genitori caddero dalle nuvole. “Chi glielo ha insegnato?” 

– Ha uno smartphone? – chiedemmo.

– Ceeeeerto – annuirono orgogliosi. Lo smartphone arriva a 10 anni , con la comunione, per la maggior parte dei nostri figli. Gli altri, quelli “ sfigati” devono sudarselo e  i loro genitori “ più che sfigati” devono lottare ogni giorno per conservare il loro punto di vista. Devono essere forti. Benedetti, loro. 

 E allora toccò a me spiegare che cosa si poteva fare con uno smartphone, con accesso illimitato ad internet, che la maggior parte di loro, manco lo sa che esiste il “ parental control” che impedisce l’accesso a certi siti.

 Ascolto storie allucinanti…

Per ore potrei parlare e raccontarvi di ciò che accade ogni giorno ai nostri ragazzi, mentre noi siamo tutti presi dai nostri impegni, dalla nostra vita, dai nostri problemi…per anni. Ma la chiudo qui.

Una sola cosa vi chiedo. Smettete di scomodare Dio i fulmini i castighi del cielo e quant’altro. 

Chiedetevi: “ Che sto facendo io?” 

 Io padre, io madre, io docente, io Prete, io politico , io chipiùnehapiùnemetta… io ADULTO.

“ Che stiamo facendo noi? Dove siamo, mentre i nostri ragazzi crescono SOLI ? ”

Con il cuore rotto, Paola Colarossi

Caso Noemi Durini, l’assassino, Lucio Marzo, in permesso premio trovato alla guida in stato di ebrezza: la nostra riflessione.

Lucio Marzo, 24enne di Montesardo (Alessano), detenuto per l’efferato omicidio di Noemi Durini avvenuto il 3 settembre del 2017 nelle campagne di Castrignano del Capo, è stato denunciato per guida in stato di ebbrezza dalla polizia stradale, dopo essere stato fermato a Cagliari.

Il giovane, era in permesso premio per svolgere un’attività lavorativa nel vicino comune di Sarroch. Gli agenti, impegnati in una ordinaria attività di controllo, gli hanno intimato l’alt mentre era alla guida di un’auto che aveva richiamato la loro attenzione per il rumore proveniente dal veicolo. Davanti all’intimazione dell’alt, Marzo ha provato a dileguarsi, prima in auto e poi a piedi, ma alla fine è stato bloccato.

Il 24enne è detenuto nel carcere minorile di Quartucciu (all’epoca del delitto aveva 17 anni), dove sconta una condanna definitiva a diciotto anni ed otto mesi e stava godendo di un permesso concesso dall’autorità giudiziaria perché potesse essere impiegato in un esercizio commerciale nel comune in cui aveva provvisoriamente dimora. Il provvedimento autorizzativo, tuttavia, indicava tra le varie prescrizioni anche il divieto di usare mezzi a motore e questo spiega il tentativo di fuga. Non solo: Marzo è risultato positivo al test con l’etilometro e per questo è scattata la denuncia a piede libero.

Nonostante alla nostra Corte Costituzionale e a quella europea dei Diritti dell’Uomo la pena detentiva inflitta ai minorenni non piaccia e la ritengano una specie di “tortura” da vietare nella civilissima Europa, essa non ha una finalità punitiva ma una funzione ben precisa, a mio giudizio ancora attuale, ossia impedire agli assassini di nuocere ad altre persone e, auspicabilmente, tornare in società dopo aver intrapreso un adeguato percorso riabilitativo che faccia loro ben comprendere il disvalore di quanto commesso”. Questo il commento a caldo della nostra presidentessa, avv.ta Tiziana Cecere. “Prima di cedere a sentimenti di facile indulgenza, sarebbe bene ricordare chi è Lucio Marzo: un freddo e lucido omicida che confessò di aver ucciso Noemi dopo averla percossa e sepolta viva sotto alcuni massi. C’è poi un risvolto assai inquietante di questo efferato delitto che da criminologa mi colpisce particolarmente e su cui tengo a richiamare l’attenzione: il contegno dei genitori del ragazzo che, dopo la confessione dichiararono alla stampa «Siamo orgogliosi di lui», avendo loro figlio sostenuto di aver agito per estinguere una presunta conflittualità con la famiglia che considerava Noemi una presenza negativa in grado di esercitare una cattiva influenza sul di lui. Il grave gesto compiuto dal Marzo -detenuto in permesso premio- denota che siamo ben lontani da quel processo di consapevolizzazione e rieducazione necessario per il suo reinserimento virtuoso nella comunità; non v’è poi da stupirsi se l’elargizione disinvolta di questi permessi premio, alla luce delle condotte tenute, susciti l’indignazione delle vittime collaterali e dell’intera società civile. Per questo a titolo personale e a nome della mia associazione,  esprimo tutta la solidarietà possibile ad Imma, divenuta nostra socia onoraria che, nonostante l’indicibile dolore patito per la perdita di Noemi -a cui si somma la sofferenza per questo sconcertante nuovo epilogo -, ha fortemente voluto sin da subito spendersi in un’incisiva attività di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne, incarnando a pieno la nostra missione di prevenzione; perché  la prevenzione e il sostegno nei contesti familiari e formativi  sono i soli strumenti efficaci per arginare futuri episodi di violenza giovanile e costruire una società più sicura e compassionevole. Ed è questo che Fermiconlemani instancabilmente promuove da anni, investendo le sue risorse migliori fatte di professionisti altamente specializzati e volontari, per la formazione, la salute mentale e il sostegno familiare, affinché si diffonda la cultura della non violenza, del rispetto delle regole e del rispetto reciproco nei gruppi di pari. Contano le azioni ma contano anche i simboli, per questo fra le nostre svariate attività vi è anche quella di promuovere la diffusione di panchine rosse, istallazioni permanenti contro la violenza sulle donne; l’ultima l’abbiamo inaugurata lo scorso giugno presso il villaggio vacanze Cala di Rosa Marina e, fra le tante, ve ne è una  a cui tengo particolarmente inaugurata a Bari l’otto marzo del 2021 ed intitolata proprio a Noemi”.

GUIDA ALL’ACQUISTO DEL PANTALONE/JEANS GIUSTO E SPUNTI PER OUTFIT CASUAL-CHIC PER OGNI BODY SHAPE

Consigli imperdibili di stile a cura della nostra esperta di immagine e personal shopper, nonchè responsabile del progetto “Benessere ed Empowerment” Ottavia Ditroia.

Ormai lo sappiamo che uno dei modi infallibili per non avere più problemi nella creazione dell’outfit giornaliero è fare uno shopping efficace; che sappia conciliare, cioè, le esigenze della moda alle nostre.

Quindi, affinché sia utile, è necessario pensare innanzitutto ad adattare il capo che stiamo acquistando alla forma del nostro corpo.

Oggi approfondiremo in particolare il tema dei pantaloni/jeans che, a mio parere, saranno i capi che più indosseremo di qui in avanti.

Ho pensato di aiutarvi nella scelta, nel caso stiate pensando di acquistarne un paio nuovo per sostituire i vecchi sgualciti o semplicemente per colmare un gap fashion nel vostro armadio.

Ecco quindi un elenco di pantaloni/jeans adatti ad ogni fisicità con altrettante ispirazioni outfit casual-chic da provare assolutamente  sia in ufficio che fuori:

  1. FISICO A CLESSIDRA: spalle e fianchi delle stesse dimensioni (o quasi) e punto vita sottile e ben evidente. Se il fisico è sottile e minuto vanno bene i jeans e pantaloni skinny, se invece è più morbido vanno bene i sigaretta e i chino; ma anche i flare o quelli a zampa di elefante stanno molto bene a questa fisicità perché rendono la figura ancora più sinuosa. Sconsigliati i pantaloni a vita bassa o quelli con il cavallo basso. Per coniugare le tendenze autunno/inverno alle nostre esigenze, ho pensato di proporvi un outfit composto da: pantalone o jeans blu scuro modello flare o a zampa, t-shirt, blusa o camicia classica bianca (magari con maniche a palloncino o con le spalline come vuole la moda) e blazer avvitato a quadri in un colore a contrasto che si adatti alla vostra carnagione. Tacchi, borsa strutturata, occhiali da sole e gioielli piccoli e sofisticati saranno la ciliegina sulla torta;
  2. FISICO A MELA: spalle e fianchi sono pressoché delle stesse dimensioni, ma la figura si allarga sul punto vita e presenta un bel po’ di pancetta con però gambe magre e slanciate. Normalmente il problema nella scelta della taglia dei pantaloni/jeans in questi casi consiste nel fatto che o non si chiudono in vita o sono troppo larghi sulle cosce. Sono sconsigliati i pantaloni esageratamente larghi e svasati che allargherebbero otticamente la figura ancora di più e nasconderebbero le gambe belle e longilinee. Consigliati, invece, tutti i tagli dritti con elastico in vita e tessuti stretch. In questo caso vi consiglio un outfit composto da: un paio di pantaloni/jeans joggers con elastico in vita e tessuto elasticizzato nei toni del verde militare (ma potete osare anche con tutti i bianchi, avorio, crema, beige che volete) abbinati a t-shirt e chiodo. Anche in questo caso sono perfetti i tacchi;
  3. FISICO A PERA: spalle strette, punto vita definito e fianchi decisamente più ampi. Il problema nella scelta della taglia consiste nel fatto che i pantaloni sono sempre più larghi in vita e stretti sulle cosce. Perfetti i pantaloni/jeans a vita alta flare e palazzo; sconsigliati quelli col cavallo basso e gli skinny a vita alta a meno che non si abbinino a lunghi e morbidi cardigan o a blazer con spalle importanti che accarezzano i fianchi magari chiusi da una cintura in vita. Per questa fisicità propongo un outfit composto da: tailleur con pantaloni palazzo non molto ampi e a vita alta in colori scuri e giacca con spalline importanti annodata in vita da una cintura importante. Mi raccomando:  i tacchi sono importantissimi;
  4. FISICO A TRIANGOLO INVERTITO: spalle, busto, seno e braccia sono decisamente più importanti rispetto al bacino e alle gambe, quindi sono sconsigliati tutti i pantaloni e i jeans molto elasticizzati come skinny e leggings che metterebbero ulteriormente in evidenza la sproporzione tra il busto molto ampio e le gambe molto sottili. Sono invece adatti pantaloni dal taglio regular o a palazzo ma sono valutabili anche i cargo visto che hanno le tasche sulle gambe. Ecco perché ritengo sia adatto un outfit composto da: pantaloni cargo, top sottoveste (oppure un top maniche lunghe ma tinta unita e senza fantasie) e cardigan lungo oppure trench o cappotto lungo e affusolato. Lo so, lo so che non volete indossare i tacchi, ma in questo outfit vanno bene anche le sneakers (anche se i tacchi sarebbero WOW!!!!!);
  5. FISICO A RETTANGOLO: fianchi e spalle simili tra loro e propensione alle curve pari allo zero, punto vita per niente definito o solo accennato. Per rendere più femminili e sinuose queste donne bisogna giocare con i volumi con pantaloni/jeans bootcut o a zampa oppure sono tra le poche elette a cui stanno moto bene i pantaloni culotte. Per questo ho pensato ad un outfit proprio con questi ultimi composto da: pantaloni culotte blu, camicia classica, borsa strutturata, cintura importante in vita e giacca dal taglio avvitato che si ferma appena sopra i fianchi oppure chiodo. Tacchi? Si si, soprattutto se non si è moto alta.

Ottavia Ditroia

I consigli dell’esperta per fare un ottimo shopping durante i saldi

Se anche tu non sei tra le fortunate che possono godersi una vacanza in Italia  o all’estero, qualunque sia il motivo, non disperare perché sto per darti una valida ragione per restare in città: potrai fare shopping durante i saldi in tutta libertà senza dover combattere per accaparrarti l’articolo che tanto hai desiderato!!!

Ma come fare ottimi acquisti nel periodo dei saldi senza poi pentirsi? Come acquistare capi che ci valorizzano, costano poco e che ameremo alla follia?

Ecco i consigli della nostra Ottavia Ditroia, personal Shopper ed esperta d’immagine, per uno shopping efficace e meraviglioso!!

  1. Avete DAVVERO necessità di comprare? Intendo: DAVVERO. Cercate di evitare di farvi prendere dalla frenesia di acquistare ad ogni costo solo perché il capo costa poco. Questa regola vale per qualsiasi acquisto, in qualsiasi momento dell’anno;
  2. Avete controllato nell’armadio ciò che eventualmente vi manca? Se non lo avete fatto, fatelo subito e munitevi di un bel blocco con penna o del vostro smartphone per fare una bella shopping-list, così da non avere doppioni, indumenti simili o che non si abbinano a ciò che s’indossa abitualmente;
  3. Non concentratevi solo sui capi estivi, ma cercate di scovare anche qualche indumento da poter sfoggiare in autunno come blazer, tailleur pantalone/gonna, trench, maglioncini in cotone o camicie dal taglio classico nei toni neutri
  4. Sono una promotrice dello shopping presso i negozi della nostra città, ma è bene monitorare i prezzi prima dei saldi per evitare brutte sorprese;
  5. Evitate l’acquisto di capi troppo di tendenza, che indosserete oggi ma difficilmente l’anno prossimo. Prediligete piuttosto abiti e accessori classici e senza tempo da poter sfruttare di qui all’eternità. Questi sono davvero affaroni!

Se avete comprato seguendo questi consigli, non avrete certo difficoltà ad essere comode e chic allo stesso tempo sfoggiando i vostri nuovi acquisti in città con temperature altissime.

Io vi consiglio di puntare su:

  1. borse di paglia, magari arricchite con un foulard a contrasto dai toni brillanti,
  2. sandali flat comodi e chic,
  3. maxi-dress leggeri e svolazzanti da poter utilizzare in città ma anche per i vostri party
  4. gonne maxi o mini, ma sempre dai tessuti leggeri e naturali e sempre dal taglio ampio, mai attaccate al corpo,
  5. pantaloni dal taglio largo da sfoggiare al mare con micro top e in città con maxi blazer,
  6. non dimenticate però anche i capi per l’autunno, come consigliato al precedente punto 3.

Ottavia Ditroia

L’attività di prevenzione ad ogni forma di violenza non va in vacanza!

Tappa estiva del tour di presentazione del saggio della nostra presidentessa “Il diavolo che agisce sulle nostre vite”

Venerdì 28 luglio, nell’ambito della seconda edizione della rassegna bibliografica “Appuntamento col Marchese” organizzata a Monopoli dall’Asp Romanelli Palmieri con il patrocinio comunale e in collaborazione con Libreria Minopolis, I libri di Mordi la Puglia e Centro Turistico Giovanile Egnatia, si terrà l’attesa tappa estiva del tour di presentazione del saggio edito da Calibano “Il diavolo che agisce sulle nostre vite”, prima fatica editoriale della nostra presidentessa.

L’incontro si terrà nel prestigioso contenitore storico di palazzo Palmieri e si articolerà in un dialogo con l’autrice affiancata dal prof. Pierfrancesco Impedovo, che ha collaborato alla stesura della parte giuridica del saggio, e dal prof. Michele Colasuonno, teologo e psicologo.

L’opera, pubblicata lo scorso 23 gennaio e già giunta alla sua terza ristampa, getta uno sguardo multidisciplinare sul complesso e articolato fenomeno delle sette sataniche, nell’intento di fornire al lettore strumenti di conoscenza e prevenzione delle dinamiche alla base dell’affiliazione e del controllo all’interno dei contesti settari.

<< La violenza, in ogni sua forma, non va in vacanza; per questo è necessario, anche in questo tempo, continuare l’instancabile opera di sensibilizzazione e informazione contro le varie fenomenologie attraverso cui la violenza si manifesta, tra episodi eclatanti e altri, purtroppo la maggior parte, sotto traccia come nel caso dell’attività dei culti settari>>. È quanto afferma la presidente Tiziana Cecere. <<Questo mio lavoro  è un tassello del duro lavoro di prevenzione che con la mia associazione quotidianamente portiamo avanti, grazie ad un team multidisciplinare di professionisti altamente qualificati e di volontari. Il saggio, che dalla sua pubblicazione lo scorso gennaio ad oggi è stato presentato in svariate località in tutt’Italia, vuole essere un concreto strumento di prevenzione in soccorso delle potenziali vittime  delle sette sataniche. In Italia esistono circa 500 realtà di questo tipo con migliaia e migliaia di adepti. Il fenomeno è fortemente cresciuto durante la pandemia. Per questo è importante informare sul pericolo rappresentato dall’avvicinamento ai culti distruttivi, definiti così appunto perché in grado di condurre l’individuo che vi aderisce alla “distruzione” della sua personalità, dei suoi rapporti familiari e affettivi, della sua indipendenza lavorativa ed economica, della sua individualità cognitiva>>.

QUALE OUTFIT PER QUALE VACANZA?

Consigli per il giusto Outfit vacanziero a cura della nostra esperta d’immagine e personal shopper, nonché responsabile del progetto”Benessere ed Empowerment” Ottavia Ditroia.

Allora, siamo pronti a partire?

Abbiamo organizzato il nostro viaggio? E la nostra valigia? Siamo ancora in alto mare? 

Bene, in vostro soccorso arriva una vera esperta perché state per leggere una guida ai migliori look per le vostre vacanze, ovunque esse siano. Facile, comoda e stilosa ma sempre con l’obiettivo di non portare in viaggio il superfluo.

MARE: naturalmente, nella valigia per il mare non devono mancare i bikini, uno per ogni giorno di vacanza, ma non sottovalutate di inserire anche costumi interi perché saranno fantastici e comodi da indossare come top. Io sono una grande amante dei jeans, sono il mio capo preferito in assoluto (insieme al blazer), quindi li inserisco in ogni valigia, qualunque sia la mia destinazione, perché sono sicura che mi serviranno, anzi, saranno un salva-outfit!! Meglio puntare su un modello classico e nel tradizionale blue jeans. Altro alleato prezioso è la camicia in lino, bianca o azzurro classico da portare di sera con gli shorts (o con i jeans o una bella maxi-gonna) o di giorno come copricostume. Anche un paio di pantaloncini corti o una minigonna possono rivelarsi capi versatili, buoni per una gita in città o per una festa in spiaggia. Poi non può certo mancare il caftano, perfetto sia per il mare che per la sera e l’abito lungo fluttuante, casual con i sandali flat ed elegante con i tacchi. Accessori? Maxi-cappelli in paglia abbinati ad una maxi-bag in paglia, micro-pochette con paillettes o applicazioni gioiello per la sera, sandali flip-flop per la spiaggia o la piscina, sandali gioiello flat e sandali col tacco, pareo dai toni brillantissimi e bijou appariscenti e luminosi per valorizzare anche il più semplice degli outfit.

MONTAGNA: Non solo mare. Per quest’anno anche le vacanze in montagna sono gettonatissime! Quindi ecco i capi perfetti per il relax ad alta quota! Indispensabile, per tutta la durata della vacanza, una giacca impermeabile leggera, un paio di legging tecnici sportivi e comodi, una felpa con cappuccio e delle buone scarpe da trekking. Tutti alleati imprescindibili per apprezzare al meglio (e con stile!) le scarpinate in alta quota che vi attendono. E durante le escursioni non dimenticate mai di usare un’adeguata protezione solare. Il bucket hat è il cappello del 2023! Tornato di grandissima tendenza anche in città, è perfetto in montagna d’estate, dato che ci permette di proteggerci dal sole con stile. Versatile se scelto in un colore neutro, in modo da poterlo abbinare senza problemi a tutti gli outfit, sta bene con una semplice t-shirt, jeans e scarpe da passeggio. Un look semplice ma chic, composto da un abito lungo ma informale ed un comodissimo paio di sandali da trekking è l’ideale per girovagare tra i paesini e i borghi antichi. Per ripararvi da eventuali cambi di temperatura portate con voi un cardigan leggero o una giacca in pelle. Ma  anche in montagna abbiamo bisogno di indossare un outfit più femminile. Lasciate a casa i tacchi, dopo aver camminato tutto il giorno anche i nostri piedi meritano riposo! Scegliete, dunque, una abito semplice da abbinare anche con le sneaker ed un cardigan comodo ed avvolgente. 

CITTÀ D’ARTE: Devi visitare una città d’arte e non sai come vestirti? Fashion, Casual, Chic o semplicemente funzionale? Ecco tutti i suggerimenti per visitare una città d’arte senza correre il rischio di fare una pessima scelta! Quando si sceglie di visitare una città d’arte si entra in musei, ville, chiese quindi è necessario avere un dress code rispettoso. Per questo consiglio di evitare capi di abbigliamento eccentrici o una scollatura troppo in vista. Per prima cosa vanno scelti con attenzioni i tessuti. Evitate gli acrilici che non fanno respirare, preferite lino e cotone leggeri. Camicia o maglia a maniche corte sono le benvenute, la canottiera è già un indumento da cestinare per questioni di decoro. I colori chiari sono da preferire, attirano meno il sole e chissà perché, hanno sempre una nota elegante, di stile. I maxi-dress colorati e fluttuanti secondo me sono l’ideale perché possono essere portati da mattina a sera, soprattutto quando non è possibile ritornare in albergo per cambiarsi per la sera. Aggiungerei delle t-shirt in lino a maniche corte dai toni chiari da abbinare a pantaloni palazzo in lino o cotone leggero oppure a maxi-gonne tinta unita o con micro-fantasie, ma non sarebbe male pensare anche ad un paio di shorts o bermuda. Sarebbe utile portare borse leggere ma capienti e cappelli per proteggersi dal sole oltre ad occhiali da sole con delle ottime lenti protettive. Per quanto riguarda le calzature, opterei per un paio di sneakers bianche o sandali bassi ma comodi; i tacchi li considererei solo se già sapete di avere una seratina più impegnativa…

Ottavia Ditroia

Guida ai dress code dell’abbigliamento business per uomo

Consigli di stile per l’uomo contemporaneo dalla nostra Ottavia ditroia, responsabile progetto “benessere ed empowerment”

Anche per l’uomo è opportuno porsi qualche domanda in più quando si tratta di scegliere il giusto outfit da indossare in ambito professionale.

Per esempio: sapevate che bisogna tener conto non solo del settore lavorativo ma anche della cultura aziendale: come vengono rappresentati i dipendenti sul sito internet o nel materiale pubblicitario? Come si vestono in ufficio? Una buona regola è quella di non essere mai più eleganti del capo e allo stesso tempo non vestirsi più casual dei colleghi.

Inoltre, esistono diversi dress code della moda business: lo stile business attire, lo stile business casual, lo stile smart casual.

No panic!!

Questa guida passerà in rassegna ciascuno di questi stili in modo semplice e pratico con l’obiettivo di sgombrare la mente dai dubbi una volta per tutte.

STILE BUSINESS ATTIRE: con il termine “business attire” si intende il classico look da uomo o donna in affari. Il dress code business attire è molto formaleserio e conservativo. Questo stile viene detto spesso anche “business professional”. Per gli uomini è d’obbligo il completo formale con camicia e cravatta. Mentre l’abito dovrebbe essere di colori scuri come il grigio, l’antracite o il blu navy, per la camicia è possibile invece optare per un colore chiaro. La cravatta dovrebbe essere sempre di un colore più scuro della camicia, ma può contenere un leggero tocco di colore. Il panciotto è facoltativo nella maggior parte dei casi. Scarpe di pelle semplici ma eleganti con calzini coordinati e una cintura completano l’outfit.

STILE BUSINESS CASUAL:  riesce a combinare sapientemente eleganza e comodità. Si tratta di uno stile serio e professionale ma non troppo raffinato e rappresenta la nuova frontiera del dress code business. Questo stile, infatti, sta prendendo sempre più piede nelle aziende e organizzazioni moderne. Pur rimanendo entro i confini di un abbigliamento elegante, ben curato e sobrio, questo codice di abbigliamento offre più spazio per l’interpretazione personale. Il look business casual può quindi essere inteso come una variante meno impegnativa del classico look business. Lo stile business casual per gli uomini è meno rigoroso del tradizionale abbigliamento da ufficio, ma richiede comunque un look ordinato e abbastanza classico. Se la cravatta è facoltativa, non è possibile rinunciare a giacca o cappotto. Altri capi di abbigliamento che rientrano nello stile business casual per gli uomini sono: camicie con colletto stile francese, camicie leggermente più sportive con bottoni, maglioni in tessuti di alta qualità, pantaloni da completo, pantaloni classici in tessuto, chino estivi; scarpe di pelle eleganti e dall’aspetto professionale (ad esempio le scarpe Derby e Oxford) e cintura di pelle abbinata.   

STILE SMART CASUAL: a metà tra il formale e il casual, può essere descritto come semplice e pratico, ma allo stesso tempo elegante e ricercato. Per gli uomini, la transizione tra il business casual e lo smart casual è spesso fluida. Basta quindi seguire le regole generali del dress code business casual e alleggerire in modo mirato questo look. I capi di abbigliamento più sportivi come le polo, le scarpe da ginnastica eleganti o i pantaloni cachi possono essere abbinati ad un outfit più tradizionale.

Possiamo concludere affermando che nella maggior parte delle imprese non esiste un dress code aziendale fisso con regole chiare che si possono consultare quando ci si veste o si fa shopping. Tuttavia, esistono delle regole non scritte che si dovrebbero seguire per fare una buona impressione sul luogo di lavoro.

In caso di dubbi su quale sia il dress code appropriato per una nuova posizione lavorativa, è sempre meglio puntare su un outfit più classico. 

Ottavia Ditroia