Quanti like valiamo? La legge dell’apparenza sui social

A cura del nostro socio fondatore Dott. Marco Magliozzi, psicologo-psicoterapeuta, esperto in criminologia.

Secondo recentissimi studi, pubblicati da Agcom e Audiweb, ognuno di noi passa in media su internet ben 6 ore al giorno (il 25% della propria giornata).

Nello specifico, due ore su sei sono dedicate all’utilizzo dei social network, come Facebook, Instagram, TikTok.

La matematica vuole quindi che il 12,5% della nostra vita sia virtuale, un tempo enorme dedicato esclusivamente a costruire un’immagine di sé, un alter ego, molto spesso, lontano dalla realtà e da chi siamo veramente.

La legge dell’apparenza

Volente o nolente, il mondo online, e nello specifico i social, hanno alimentato la legge dell’apparenza: le persone tendono a voler apparire migliori (o addirittura diverse) da come sono nella realtà.

Molti conoscono la serie televisiva Black Mirror, nella quale ogni puntata è ambientata in un futuro alternativo e distopico.

Nella puntata dal titolo “Caduta libera”, assistiamo a un mondo nel quale vige la legge della reputazione social: più una persona è popolare e ottiene like, più vantaggi e benefici avrà a livello sociale, come la possibilità di vivere in quartieri altolocati, acquistare auto di lusso, cenare in ristoranti stellati.

Una società, quindi, totalmente ossessionata dal giudizio esterno e nella quale gli altri hanno pieno potere sulle vite di altre persone. Con un solo like posso creare o distruggere la felicità del prossimo.

Un mondo nel quale vige la legge dell’apparenza, del finto complimento e dell’approvazione fine a sé stessa. Essere spontanei diventa un pericolo ed è quindi molto meglio fingere di essere qualcun altro, indossando una maschera.

Non è forse quello che, talvolta, accade nella nostra società attuale?

I social odierni, infatti, strumentalizzano la fidelizzazione dell’utente attraverso la gratificazione che passa attraverso l’uso dei like.

Questo sistema rafforza, proprio a livello biochimico cerebrale, il comportamento della persona: pubblicare foto e video, ottenendo in cambio dei like, diventa quindi un modo per accrescere la propria idea di sé stessi e la propria autostima, creando nel tempo una vera e propria dipendenza psico-fisiologica. 

L’altro lato della medaglia è, purtroppo, che tutto ciò avviene solo virtualmente, in un mondo inesistente che potrebbe crollare da un momento all’altro.

La selfie dismorfia

Non solo like, ma anche selfie. I social sono il regno dei selfie, le foto scattate di sé stessi in primo piano, che simboleggiano la “perfezione” del momento, nascondendo difetti ed esaltando (o addirittura trasformando) i nostri pregi.

Gli esperti hanno però notato anche dei pericoli: si parla in questo caso di selfie dismorfia, ovvero una vera e propria ossessione per il selfie, che DEVE essere obbligatoriamente perfetto, onde evitare giudizi esterni o qualsivoglia critica.

La foto scattata diviene un biglietto da visita che deve essere inattaccabile e fonte di attrazione.

Ecco che, quindi, la spasmodica attenzione verso la perfezione potrebbe dare vita a un susseguirsi di comportamenti che, talvolta, si avvicinano al bizzarro:

  • ripetere una foto anche decine di volte, senza mai essere soddisfatti del risultato;
  • lamentarsi dell’amico/partner che scatta la foto perché secondo noi non è bravo/capace;
  • lamentarsi dei propri difetti che, sempre secondo noi, la foto mette in risalto;
  • focalizzarsi su alcuni difetti specifici, ad esempio: “ma che nasone che ho”, “no, questa foto no! Si vede che ho la pancia!”, “oddio che brutta foto, si vedono i fianchi grossi”.
  • preoccuparsi di quello che potrebbero pensare gli altri non appena guarderanno la foto pubblicata;
  • usare filtri che modificano, fino a rendere innaturale la foto, come ad esempio ringiovanire la pelle, ritoccare colore/luminosità ecc., cambiare il colore degli occhi e così via.

Non solo: la reiterazione di questo comportamento ossessivo rischia anche di trasformare, in negativo, la propria idea di sé stessi, generando una percezione falsata del proprio corpo, divenendo sempre più insofferenti e ipersensibili al giudizio esterno, diminuendo l’autostima e divenendo dipendenti dai complimenti degli altri. 

L’importanza della prevenzione e dell’educazione

L’adolescenza, ovvero il periodo della vita nel quale si entra a piè pari nel mondo social, è il momento giusto per poter fare prevenzione, sensibilizzando e informando i ragazzi sull’uso corretto della tecnologia.

Il messaggio importantissimo da inviare riguarda l’attenzione verso il mondo reale, sottolineando il concetto che i social sono soltanto una finestra virtuale, che non rispecchia assolutamente ciò che siamo veramente.

Tutte le critiche (o i complimenti) ricevuti online andrebbero sempre ridimensionati.

Troppe volte, ahimè, abbiamo assistito a tragedie, come ad esempio suicidi, dovuti all’impossibilità di sopportare la vergogna del giudizio social.

In ragazzi nei quali l’autostima è alta e il senso di sé non intaccato dal mondo online, questo non sarebbe accaduto.

L’associazione Fermconlemani ha, tra i suoi obiettivi, anche quello di guidare le nuove generazioni verso un sano utilizzo dei social network, facendo prevenzione non solo nelle scuole ma anche nelle famiglie.
Tanti genitori, purtroppo, danno il cattivo esempio, essendo loro stessi i primi a fruire dei social in maniera errata o scattando selfie in modo maniacale.
Per ritrovare l’equilibrio interiore e la consapevolezza di sé, come esseri umani, è quindi necessario comprendere come internet sia solo essenzialmente uno strumento tecnologico, nulla più.
La vita vera, reale, scorre ogni giorno lontano dagli smartphone e dai computer. Evitiamo di perderla e godiamoci ogni secondo.

Dott. Marco Magliozzi

COME ESSERE CHIC IN AUTUNNO: 7 TRUCCHETTI FACILI FACILI PER VESTIRSI BENE

A cura della nostra responsabile progetto”Benessere ed Empowerment” Ottavia Ditroia, personal shopper ed esperta d’immagine.

Capita a tutti noi di guardare una donna o un uomo che cammina per strada e di ammirare il modo in cui è vestita/o, il modo in cui cammina o muove le mani o si atteggia in generale. In quel momento ne stiamo ammirando lo stile, che non è fatto solo dell’outfit certo, ma di cui quest’ultimo è una componente fondamentale.

Il passo successivo sarebbe di chiedersi: Come mai mi piace lo stile di quella donna/uomo? Cosa c’è nel suo outfit che mi attira così tanto?

Dovremmo fermarci a fare un’analisi approfondita, ma non sempre è possibile. 

Allora io oggi ho deciso di svelarvi 7 semplici trucchi per vestirsi bene in autunno e far sì che la prossima volta ci sia qualcun altro che si chiede cosa gli piace del NOSTRO outfit.

INVESTIRE NEL CAPPOTTO CLASSICO: siccome nelle stagioni fredde è praticamente l’unico capo che indossiamo che si vede, perché gli altri sono tutti coperti, il mio consiglio è di investire tutto il budget che potete nell’acquisto di un cappotto classico magari con cintura in vita che sta bene praticamente a tutte le fisicità. Non è necessario spendere un capitale, ma è fondamentale assicurarsi che la qualità sia ottima in modo da poterlo sfruttare di qui all’eternità; infatti è un grande classico che MAI passerà di moda e la stagione successiva dovrete solo preoccuparvi di dargli una rinfrescata in lavanderia prima di indossarlo di nuovo. Per quanto riguarda i colori, dipende sempre dal vostro stile e dai colori che compongono il resto del vostro guardaroba a cui deve abbinarsi, ma in generale mi manterrei sui neutri: nero, cammello, blu, grigio, bianco, beige…. Il taglio classico, inoltre, lo rende particolarmente versatile perché si abbina facilmente sia con outfit informali (jeans e maglione o t-shirt) e da giorno che con look più eleganti e formali da sera; immaginate poi cosa diventa una semplice felpa color crema, un paio di joggers in tinta, un paio di sneakers super comode ed un cappotto cammello a completare il tutto: semplice e di grandissimo effetto, perché è il cappotto che porta un outfit super-basico al suo livello superiore;

STRATIFICARE:

un outfit è stiloso anche perché sotto c’é la sapiente arte della stratificazione. Provate a creare look che si compongono di più strati (senza ingoffarvi, mi raccomando!!!) e vedrete come immediatamente tutto appare più strutturato, più studiato e quindi semplicemente più bello. Vi faccio un esempio facile da ricopiare subito: camicia bianca classica in cotone, pullover blu scollo a V  (o cardigan o blazer o felpa), pantaloni in eco-pelle neri, cintura nera, sneakers bianche e cappotto blu dalla linea classica (punto 1);

GIOIELLI O BIGIOTTERIA:

per quanto mi riguarda nessun outfit è chic senza la ciliegina sulla torta rappresentata dai gioielli o dalla bigiotteria. Ognuna di noi scelga ciò che le piace di più, ovviamente senza esagerare nelle quantità, ma non uscite di casa senza uno massimo due pezzi di gioielleria o bigiotteria. Lo abbiamo detto e ripetuto e quindi adesso non mi dilungherò ulteriormente, ma sappiate che lo loro potenza è estrema;

CALZATURE:

insieme al cappotto sono l’altro elemento che si nota quando camminate per strada perché tutto il resto dell’outfit è coperto dal capospalla. La prima raccomandazione che vi faccio, quindi, prima di parlarvi delle calzature più chic, è quella di avere cura delle vostre scarpe, di pulirle (e/o lucidarle) prima di uscire di casa; di controllare che non siano macchiate o graffiate o rovinate in qualche modo perché non avete idea di quanti punti perda un bellissimo e studiatissimo outfit con un paio di scarpe sporche o rovinate. La bravura qui sta nella scelta di scarpe autunnali che siano belle ma soprattutto comode, perché poi si rischia di lasciarle marcire nella scarpiera. Se avete problemi particolari di calzata, vi consiglio di non acquistare mai le scarpe online , ma di recarvi presso un negozio fisico per provarle. In autunno/inverno io dico sempre alle mie cliente di indirizzarsi verso gli stivali o stivaletti con misura e larghezza tacco che preferiscono. Gli stivaletti sono da abbinare ai pantaloni, gli stivali si abbinano agli abiti, alle gonne e ai pantaloni skinny. Sono comodi, caldi e ti permettono di essere chic anche nelle giornate di pioggia;

COLOUR PALETTE:

trovate la gamma di colori che vi sta meglio e in base a questa, costruite il vostro guardaroba. L’armocromia vi viene in soccorso in questo, ma non tutti vogliono farsi fare un’analisi armocromatica, allora come fare? Quando fate shopping, accostate al vostro viso il capo e notate se quel colore vi valorizza o no. Lo sappiamo: i colori hanno un grande potere nella nostra vita e menomale che esistono! I colori freddi stanno bene a chi ha la carnagione con sottotono rosato e quelli caldi stanno bene a chi ha il sottotono pescato. Senza entrare troppo nei tecnicismi, provate a notare, possibilmente con l’aiuto di un occhio terzo, che effetto fa quel colore al vostro viso. E’ estremamente importante scegliere la palette di colori che vi valorizza nella creazione di un outfit dall’effetto wow!;

CAPI DI TENDENZA:

per un outfit sensazionale è importante mixare i capi basici, lo sappiamo, ma l’effetto glamour si otterrà se si aggiungerà un capo della tendenza di stagione. SOLO UNO, quello che vi piace da impazzire, quello che vi sta meglio e soprattutto quello che si adatta maggiormente al vostro stile di vita ed la resto del vostro guardaroba. Per esempio: il dettaglio nelle maniche, un blazer oversize, un paio di stivaletti neri grossi, una mantella, una borsa di tendenza tipo quella che ha lanciato Bottega Veneta, ecc…. Non è necessario, però, spendere tanti soldi; incorporate nell’outfit basico e senza tempo, un solo capo che lo rende immediatamente moderno. Sceglietelo voi!

ABBINAMENTI FURBI:

un trucchetto semplicissimo ma davvero d’effetto è di abbinare il colore del top (camicia, maglione, blazer, dolcevita, t-shirt …………….) al vostro capospalla. L’effetto eleganza è immediatamente assicurato, provare per credere!

Ottavia Ditoia

Pillole di dress code… COSA INDOSSARE  IN UFFICIO IN PRIMAVERA (QUASI ESTATE 😜)

a cura della nostra socia Ottavia Ditroia, esperta d’immagine e personal shopper

Se anche voi avete dei dubbi e la mattina vi svegliate senza avere idea di cosa indossare, allora è bene continuare a leggere, perché ho dei consigli utili che potrebbero esservi d’aiuto.

Certo, non tutti gli uffici sono uguali, sia a livello strutturale che di dress code.

Ci sono quelli più casual e informali e quelli in cui è richiesto un abbigliamento più smart e ufficiale, ma i suggerimenti che seguono cercheranno di essere abbastanza universali.

  1.  Evitate di indossare calzature che lasciano troppo scoperto il piede. Lo so, fa caldo, ma non è propriamente chic mostrare tutto il piede quasi nudo in un ufficio, qualsiasi sia il livello di informalità che vige. Sarebbe meglio preferire un paio di mules alle infradito, oppure un bel paio di sneakers in tela leggera ai sandali con fascette sottili, oppure un paio di sling back anche flat ad un sandalo molto scollato. Per rendere più leggera alla vista una calzatura chiusa, sceglietela in nude, beige o nel colore che più si avvicina a quello della vostra pelle. In questo modo otterrete anche un effetto allungante della figura, che non guasta mai!
  2. È necessario evitare i pantaloncini e i vestitini troppo corti. Ci sono delle soluzioni migliori che permettono di affrontare al meglio gli sbalzi di temperatura durante la giornata, come indossare tessuti leggeri come il lino o il cotone ed evitare come la peste i tessuti sintetici, sia per motivi di ecosostenibilità sia perché non sono traspiranti;
  3. Se nel vostro ufficio c’è aria condizionata a tutto gas, non dimenticate di portare con voi un cardigan in cotone o uno scialle colorato in lino, seta o cotone che vi aiuterà a non ammalarvi e, in più, vi donerà anche un tocco di colore che in estate è l’ideale, anche in ambienti di lavoro molto formali;
  4. Anche le scollature profonde non sono proprio l’ideale in qualsiasi tipo di ufficio. Piuttosto, preferite canotte da indossare come sotto giacca, entrambi di tessuti leggeri e traspiranti;
  5. Se vi sembra che il vostro outfit sia troppo serio o noioso, aiutatevi con bijou colorati ma sempre senza esagerare;
  6. Non eccedete MAI col trucco o con acconciature troppo elaborate. Ricordate sempre: less is more!

Ottavia Ditroia

LA NOSTRA “COMUNITÀ GENTLE” SI PRESENTA

Ci parla di sé la nostra neo socia Ottavia Ditroia

Mi chiamo Ottavia Ditroia e sono una Personal Shopper e Personal Stylist con sede a Bari, ma opero in tutta Italia e all’estero.

Ho un diploma di Liceo Scientifico e una Laurea in Scienze dell’Educazione con indirizzo sociologico. Titolo della mia tesi di laurea: Donne, creatività e organizzazioni.

Ho lavorato per 13 anni in una multinazionale americana nel settore dei sevizi interinali per il Lavoro, occupandomi di gestione, selezione e amministrazione del personale e dei clienti italiani ed esteri.

Da quasi 10 anni svolgo la mia attività di Consulenza d’immagine e Personal Shopping trasformando, di fatto, la mia innata passione per la moda e lo stile in una professione.

Il mio lavoro mi porta a conoscere persone molto diverse e ad intraprendere con loro un percorso che ci porterà ad una maggiore consapevolezza del sé attraverso la cura dell’immagine.

I miei servizi sono personalizzati e comprendono:

  1. ANALISI DI ARMOCROMIA, per scoprire, attraverso un’indagine di carattere scientifico, la potenza, la forza e l’impatto che i colori hanno su ognuno di noi ed in particolare sul nostro viso
  2. ANALISI BODY SHAPE, per scoprire quali sono le forme del nostro corpo per poi essere in grado di scegliere in maniera più efficace i nostri vestiti
  3. ANALISI FACIAL SHAPE, per scoprire quali sono le forme del nostro viso per poi essere in grado di scegliere in maniera più efficace il miglior taglio di capelli oppure la montatura degli occhiali più adatta al nostro viso….
  4. STUDIO E RIORGANIZZAZIONE DELL’ARMADIO, che diventa così per ordinato ed efficiente evitando lo stress degli abbinamenti mattutini
  5. SHOPPING MIRATO, ossia uno shopping non compulsivo per l’acquisto di capi che si adattano a noi e al nostro stile di vita, senza spendere un centesimo in più…
  6. CREAZIONE OUTFITS con capi che abbiamo già nel nostro armadio per ottimizzare e valorizzare ogni singolo capo evitando di spendere inutilmente
  7. CONSULENZE CONTINUE PER EVENTI ED OCCASIONI SPECIALI

Ho scelto di aderire all’associazione Fermiconlemani perché la nostra immagine comunica ciò che siamo senza parlare e sono convinta che ognuno abbia il diritto di poter comunicare la giusta versione di sé senza fraintendimenti.

Questo, però, è un percorso che si impara a tracciare con le giuste linee guida così che, giunti al termine di questo bellissimo ed emozionante itinerario, tutti possano essere in grado di comunicare fermezza, consapevolezza, sicurezza in sé stessi e forza.

Questo è il supporto che mi piacerebbe dare alle donne che si rivolgono a questa associazione.

Ottavia

ALLA SCOPERTA DELLA COMUNICAZIONE NON VIOLENTA VERBALE E NON VERBALE

Workshop Esperienziale

Tradotto dall’inglese-La Comunicazione Nonviolenta è un approccio alla comunicazione basato sui principi della nonviolenza.

Non è una tecnica per porre fine ai disaccordi, ma piuttosto un metodo progettato per aumentare l’empatia e migliorare la qualità della vita di coloro che utilizzano il metodo e delle persone che li circondano

Quali sono i 4 pilastri della comunicazione non violenta?

E’ un processo di comunicazione  verbale e non verbale formato in quattro linee guida principali: l’Osservazione dei fatti, Sentimenti, Bisogni e Richieste che aiuta a sentire ciò che è vivo in noi e nell’altro e a fare chiarezza.

Marshal Rosenberg ha sviluppato nel 1960 un processo di Comunicazione per trovare maggiore autenticità nella comunicazione, una maggiore comprensione, connessioni più profonde e risoluzione dei conflitti.

Secondo Marshall Rosenberg il linguaggio e il modo in cui usiamo le parole hanno un ruolo cruciale nel riuscire a rimanere collegati empaticamente a noi stessi e agli altri.

La Comunicazione Nonviolenta si basa su tre aspetti:

  • Auto-empatia, l’ascolto di se stessi
  • Empatia, ascolto dell’altro
  • Auto-espressione onesta, esprimere autenticamente il proprio sentire e bisogni

Per Comunicazione Non Verbale (CNV) ci si riferisce a quell’aspetto della comunicazione umana che trascende le semplici parole, come ad esempio la nostra gestualità, le espressioni facciali o i movimenti del nostro corpo nello spazio.

Secondo moltissimi studi, inoltre, il canale non verbale ha un’influenza maggiore sul nostro interlocutore rispetto alle parole, inviando inconsapevolmente continui segnali e veicolando anche messaggi che la nostra voce spesso tende a nascondere.

Gli esperti comunicatori, infatti, studiano la comunicazione non verbale con l’obiettivo di comprendere il “non detto”, le incongruenze nelle frasi, bugie volontarie o involontarie, omissioni e molto altro.

Ogniqualvolta ci si approcci a una vittima di violenza, ad esempio, è fondamentale saper giostrarsi in questo campo, poiché la verità viene a volte sottaciuta, per paura del giudizio o di ripercussioni future.

È quindi caldamente consigliato a tutti coloro che lavorano a contatto con persone in difficoltà o a chiunque desideri utilizzarla nella propria vita personale come un utilissimo strumento di comprensione del prossimo.

DONNE CHE RINCORRONO I LUPI

DIPENDENZE AFFETTIVE E NARCISISMO PATOLOGICO

workshop esperienziale  NUOVA EDIZIONE

24 marzo 2023 dalle ore 18:00 alle ore 21:00

In presenza e con collegamento da remoto

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI SU INFO@FERMICONLEMANI.IT, 800.822538

Premessa:

Il corso è orientato ad individuare il significato di narcisismo, le sue origini e le più note teorie, a tracciare il profilo della personalità narcisistica negli aspetti personali e interpersonali.

Obiettivi e finalità:

  • Fornire strumenti, linee guida, spunti di riflessione e sostegno per chiunque entri in contatto con una personalità narcisistica analizzando il funzionamento narcisistico di personalità, focalizzandosi sull’autostima e sulla disregolazione emotiva.

Modalità e tempi:

Il work shop o si svolge durante il pomeriggio del dalle 18.00 alle 21:00, per la durata di tre ore.

Al termine dell’incontro dopo report test viene rilasciato attestato di partecipazione e slide.

Metodologia didattica e argomenti:

La metodologia dell’incontro si basa sulla partecipazione attiva: i temi sono trattati valorizzando le esperienze personali, le opinioni, i punti di vista, le emozioni dei partecipanti.

Il planning dell’incontro prevede attività motivazionali, potenziamento dell’autostima, introduzione al narcisismo dalle origini ad oggi, individuazione di linee guida per riconoscere un narcisista, strumenti di sostegno per gestire una relazione con un narcisista, spunti di riflessione su come evitare una relazione con un narcisista, miglioramento delle relazioni tramite l’empatia, confronti sugli strumenti legali di tutela, analisi dei casi di crimini violenti, racconto di esperienze personali.

Risorse umane coinvolte:

I professionisti coinvolti sono psicologi, psicoterapeuti, esperti in comunicazione, criminologi, donne con la propria esperienza personale.

Il Presidente di Fermiconlemani : “ogni edizione rinnovata del work shop Donne che Rincorrono i Lupi e’ sempre speciale e colma di scambi professionali, di emozioni ed evoluzioni personali delle partecipanti e dei partecipanti, si proprio cosi dei “partecipanti” anche gli uomini sono molto interessati. I discenti durante il work shop imparano a riconoscere il narcisismo patologico e quello funzionale per la nostra autostima.”

Il 25 Novembre di FERMICONLEMANI

Si è conclusa con grande soddisfazione per il team di Fermiconlemani la tre giorni organizzata in occasione delle celebrazioni del 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne, improntata alla costante semina di valori positivi e prevenzione.

La maratona ha avuto inizio il 23 con l’evento “DALLE DONNE ALLE DONNE: BENESSERE ED EMPOWERMENT “.

Con grandissima affluenza e partecipazione attiva del pubblico, presso la biblioteca del comune di Putignano, l’Associazione Fermiconlemani A.P.E. -E.T.S. ha proposto la terza edizione dell’evento gratuito rivolto alla cittadinanza “Dalle Donne alle donne: BENESSERE ED EMPOWERMENT”, ideato dalla presidentessa Tiziana Cecere e realizzata in questa occasione con la collaborazione dell’Associazione putignanese -partner di Fermiconlemani- Collettivo Street Sociale Spp-Lit, in cui esperte negli ambiti della nutrizione,  del benessere, della psicologia e del coaching hanno coinvolto le gentili ospiti dando loro informazioni teoriche di supporto e fortificazione dell’autostima, dell’empowerment e della leadership femminile, animate da sessioni pratiche e interattive di consulenza di immagine, di personal shopping, di armocromia e make-up. 

L’idea progettuale della Presidentessa Tiziana Cecere è nata dal tema centrale di fornire strumenti utili alle donne per consolidare la sorellanza ed accrescere la consapevolezza del loro prezioso ruolo nella società civile.

Sono intervenute le Istituzioni locali, l’Avv.ta Luciana Laera, sindaca del Comune di Putignano, la Dott.ssa Tiziana Gigantesco, Giudice di Pace di Putignano e l’Ispettrice Sup. Dott.ssa Antonella Gallinotti del Commissariato P.S. di Putignano. Relatrici la Presidentessa di Fermiconlemani, Avv. Tiziana Cecere, la Dott.ssa Francesca Pilò, le Dott.sse Carmela Cosola e Florinda Marasciulo e Ottavia Ditroia.

L’evento è stato presentato e moderato dalla testimonial Alina Liccione, conduttrice tv e modella, impegnata da molti anni in numerose campagne di sensibilizzazione e di sostegno rivolte alle donne e per tali ragioni nominata socia onoraria di Fermiconlemani.

Una serata colma di colore e calore grazie anche all’esibizione del gruppo di flamenco Las Mariquitas, con le coreografie di Barbara Altini e all’artista putignanese Vanna Laera che ha esposto le creazioni del suo Atelier Soul Emotion.

L’indomani, 24 novembre, il focus si è spostato sui più piccoli.

Presso l’istituto scolastico comprensivo De Gasperi – Stefano da Putignano, sempre a Putignano, si è tenuto l’incontro “strategie di protezione per un equilibrato controllo del corpo e della mente” a cura del team di Fermiconlemani coadiuvato dal team Work della Federazione Italiana Krav Maga capeggiata dal Dott. Domenico Taddei, dalla Polizia di Stato e dall’Associazione Nazionale Carabinieri, per offrire ai ragazzi di seconda media un’esperienza multidisciplinare con attività pratiche finalizzate alla prevenzione e al contrasto della violenza in ogni sua manifestazione.

Il 25 novembre data clou delle celebrazioni, alle 9,30 presso il parco giochi del quartiere San Pietro Piturno in Putignano, vi è stata la toccante cerimonia di inaugurazione dell’istallazione permanente dal titolo: ”il posto di chi non c’è”, una panchina rossa in memoria delle donne vittime di femminicidio.

Una cerimonia corale che ha visto il team di Fermiconlemani, le istituzioni locali e i vertici del commissariato di P.S. locale, affiancati da una delegazione di studenti dell’istituto comprensivo De Gasperi – Stefano da Putignano intervenuti con la lettura di riflessioni e componimenti sul tema della violenza di genere, uniti un abbraccio intergenerazionale per dire no alla violenza in ogni sua manifestazione.

L’intenso interscambio con i giovanissimi, fil rouge degli eventi del 25, è poi proseguito con una tavola rotonda tenutasi presso l’auditorium dell’istituto comprensivo De Gasperi – Stefano da Putignano dove, ospiti della dirigente Dott.ssa Mariana Buttiglione, il team di Fermiconlemani con il supporto della Polizia di Stato, ha dialogato con i ragazzi di terza media sugli “strumenti di prevenzione della violenza online e offline”.

L’incontro, dal forte impatto comunicazionale, ha toccato il suo apice con l’ascolto della struggente testimonianza di una madre sopravvissuta a suo figlio ucciso dalla sua compagna proprio il 25 novembre di qualche anno fa.

Nel pomeriggio protagonista è stato il contesto forense con la conferenza tenutasi presso l’Ordine degli Avvocati di Bari dal titolo “dire e agire contro la violenza: l’importanza della rete fra istituzioni, cittadini ed associazioni”

nel corso della quale l’intervento della presidentessa di Fermiconlemani, Avv.ta Tiziana Cecere, è stato corroborato dalla testimonianza della sig.ra Antonella Valletta, socia onoraria di Fermiconlemani e autrice del libro “Ho smesso di tremare”.

L’attività divulgativa si è conclusa poi domenica 27 con la partecipazione della presidentessa, Tiziana Cecere, alla presentazione del libro giallo di Letizia Vicidomini “La ragazza ragno”, tenutasi a Bari presso “Autori di stile”.

Presidentessa di Fermiconlemani Avv.ta Tiziana Cecere: <<È paradossale pensare che in Italia tutt’oggi, per radice culturale e sociale, esista ancora disparità uomo donna in ogni ambito della vita, dalla famiglia al lavoro. Tale divario di genere si è ampliato durante la pandemia e ciò è confermato, sia dall’aumento dei crimini violenti nei confronti delle donne, che dal contingente abbandono del lavoro da parte di molte donne per dedicarsi alla famiglia. Tutti, uomini e donne, siamo alla ricerca di uno stato di benessere ed equilibrio nelle diverse aree della nostra vita, per soddisfare i bisogni emotivi e psicologici più profondi e perciò sarebbe utile che attività come quelle messe in campo da Fermiconlemani -in questa settimana così intensa- tese ad attenuare il condizionamento dei pensieri sociali, storici e dei retaggi culturali ancora pregnanti nel nostro tessuto sociale, trovassero più ampia e larga condivisione. È stato particolarmente emozionante essere con le persone e tra le persone, inorgogliti della rete territoriale e del supporto prezioso delle istituzioni amministrative, scolastiche e di pubblica sicurezza che ci consentono di essere efficaci in tutte le attività di prevenzione di cui ci occupiamo>>.

BENESSERE ED EMPOWERMENT

Il progetto itinerante ideato e realizzato dalla presidentessa Tiziana Cecere per FERMICONLEMANI attivo da tre anni…

23 novembre dalle ore 17,30, presso la biblioteca del comune di Putignano

Approda a Putignano grazie a FERMICONLEMANI e Collettivo Street Sociale SPP-LIT, il progetto itinerante “BENESSERE ED EMPOWERMENT, esperienza interattiva con le donne”, in cui

esperte negli ambiti della nutrizione, del benessere, della consulenza di immagine e del coaching coinvolgeranno le gentili ospiti con informazioni teoriche di supporto e fortificazione dell’autostima, dell’empowerment e della leadership femminile e con attività pratiche, interattive e di simulazione negli ambiti della consulenza di immagine, del personal shopping, dell’armocromia e del make up.

Interverranno durante la manifestazione:

la Presidentessa di Fermiconlemani, Tiziana Cecere, coach e counselor bioetica,

la Dott.ssa Stefania Curci, psicologa, psicoterapeutica, make-up artist,

la Dott.ssa Francesca Pilò, psicologa, psicoterapeuta, trainer in pnl,

laDott.ssa Carmela Cosola, biologa nutrizionista,

la dott.ssa Florinda Marasciulo, biologa nutrizionista, specialista in patologia clinica,

Ottavia Ditroia, consulente d’immagine e personal shopper.

La testimonial dell’evento sarà la conduttrice tv e modella Alina Liccione che modererà il confronto e l’interazione.

La serata sarà allietata dalle esibizioni della cantante e performer Maria Grazia Trentadue,

del gruppo di flamenco Las Mariquitas, coreografie di Barbara Altini,

dell’artista Vanna Laera.

L’AUTOSTIMA NEL MONDO SFAVILLANTE DI HOLLYWOOD E NELLA NOSTRA VITA DI TUTTI I GIORNI

Strategie di Coaching e PNL bioetica per  VIVERE UNA RELAZIONE SANA CON SÉ STESSI

NE PARLERANNO I PROFESSIONISTI DI FERMICONLEMANI IN DIRETTA FACEBOOK SULLA PAGINA DI FERMICONLEMANI IL GIORNO 25 LUGLIO ALLE ORE 19:30

Ci avete mai pensato se: nel mondo luccicante di Hollywood siano tutti davvero appagati, felici e carichi di autostima.

Certamente ogni comportamento o vicenda umana ivi comprese quelle delle star ,osservati con attenzione, possono far emergere messaggi importanti o lezioni di vita.

Il mondo delle star da copertine dei giornali gossip ci propongono feste lussuose e sorrisi a trenta denti salvo poi a distanza di qualche tempo vedere gli stessi vip sui giornali di cronaca coinvolti in terribili storie di violenza, o di abuso di alcool , droga o di estrema solitudine.

Allora siamo portati a pensare giudicando superficialmente che “il troppo stroppia”!!!!

1.In particolare siamo stati rapiti, di recente, dall’annosa storia di Johnny Depp e Amber Heard: coinvolti in un processo intrapreso da Amber Heard per provare le molestie e la violenza subite che invece si è concluso con uno stravolgimento delle sorti: l’assoluzione di Depp e la condanna per reato di diffamazione nei confronti della donna!!

Depp ha riferimento durante il processo, come hanno riportato i mass media, “di aver abusato sempre di se stesso e mai di altri”.

Sovente “abusare di se stessi”è il tallone di Achille non solo per Depp ma anche per Heard e Smith e per tutti gli esseri umani che dimenticano di rispettare innanzitutto loro stessi e di riflesso anche chi li circonda.

L’esperienza professionale e la tecnica giuridica-criminologica, ci insegnano, ad osservare le fasi processuali dall’esterno ma a non esprimere pareri tecnici se non siamo a conoscenza degli atti dei processi.
Eppure, questi due esseri umani che potremmo ipotizzare, abbiamo avuto di tutto di piu’ dalla vita, per vivere serenamente siano stati “intrappolati” in una storia infernale connotata da insulti, abusi di vario tipo, e utilizzo oltre soglia limite di alcool e non sappiamo se di altro.

2.Un altro colosso del mondo di Hollywood, dagli anni 90’ ad oggi, ci ha coinvolti con la sua simpatia e sensibilita’, Will Smith, ha scritto un’autobiografia intitolata “Will” pare puntando proprio sul fattore che il suo nome in inglese indica la parola “volonta’’”(gioca sul suo nome e la parola inglese `volontà`).

Il suo libro narra il rapporto conflittuale tra Will e il padre (alcolizzato e violento) e dei particolari sul senso di angoscia, infelicita’ e impotenza del piccolo Will vittima di violenza assistita che si sentiva incapace di aiutare sua madre.

Will in questo libro si espone parlando delle sue fragilita’,  della sua mania di perfezionismo, della sua incontentabilita’, e degli sbagli secondo lui commessi con i suoi figli e le donne importanti della sua vita.

Will pare abbia raggiunto, con la stesura di questo libro, uno stato di maturità, saggezza e pace e cio’ farebbe pensare a tutti che l’attore sia ad un punto di equilibrio e di autoanalisi di se stesso e delle sue aree di miglioramento eppure con grandissimo stupore l’abbiamo visto alla cerimonia degli Oscar perdere la ragione, per alcune parole scherzose, certamente  di cattivo gusto su sua moglie, ma che gli hanno impedito di mantenere il self -controll che ci saremmo aspettati da un uomo che si e’ rappresentato, nel suo libro, equilibrato e consapevole, facendogli compiere un gesto violento.

Quali argomenti su cui riflettere possiamo trarre da queste esperienze?

In primis, siamo orientati a pensare cio’ che, in un modo un po’ giudicante perche’ estasiati dalle vite scintillanti dei divi che la fama, il denaro e la notorieta’ non siano la felicita’ assoluta e che spesso cio’ che appare e’ solo la punta dell’iceberg.

Siamo tutti alla ricerca della felicita’ a volte per una vita intera, facendola dipendere da altre persone, o agganciandola alla materialita’ delle cose, invece la qualita’ della nostra vita’ e’ collegata al rapporto che abbiamo con noi stessi, a quanto ci amiamo, a quanto ci rispettiamo, a quanto ci diamo opportunita’ per evolvere e sviluppare la nostra interiorita’.

Carl Jung, sosteneva che la felicità non può essere raggiunta cercandola al di fuori del proprio spazio interiore poiche’ “Guardare fuori” e’ la caratteristica del sognatore, invece chi vive per davvero, è colui che si guarda dentro.

Partiamo da un principio universale, per raggiungere la consapevolezza delle nostre risorse, del loro utilizzo funzionale, e della creazione di una vita sana, bisogna sviluppare l’autostima, se quest’ultima e’ ai minimi livelli coinvolgera’ tutte le aree della nostra vita che funzioneranno allo stesso “minimo”.

Nel tempo delicato che stiamo affrontando fatichiamo ancora di piu’ a vivere in un contesto imprevedibile ed incerto perché amiamo la sicurezza e temiamo quello che non conosciamo.

Attualmente le ricerche scientifiche ci riportano che le persone sono stressate dal lavoro, dalla situazione economica, dallo studio e dalla salute, propria e delle persone care.

Dimentichiamo spesso che lo stress è la risposta del nostro corpo all’ adattamento ad una situazione, infatti quando percepiamo che le nostre capacità potrebbero essere messe a dura prova da una nuova sfida, allora l’organismo inizia a reagire.

Ciò ha una spiegazione : il rilascio costante di cortisolo mette il corpo in stato di continua allerta. Il rilascio di adrenalina causa lo stato di combatti e fuggi.

  • Come possiamo evitare di sabotare la nostra serenità e il nostro equilibrio? 

Una strada percorribile e’ quella di intraprendere un percorso di evoluzione personale con le tecniche di coaching PNL Bioetica per creare o alimentare  un rapporto equilibrato, sano e completo con noi stessi e piano piano vedremo i miglioramenti ed effetti benefici  nella nostra vita, riscoprendoci esseri capaci di poter raggiungere i nostri obiettivi personali e lavorativi.

Il rapporto con noi stessi e la conoscenza nostri bisogni e dei nostri valori ci consentono di individuare le scelte piu’ giuste che ci portanosoddisfazione e senso di realizzazione. 

Chi ha un’autostima scarsa vede sempre il bicchiere mezzo vuoto, si preoccupa delle conseguenze di ogni azione e spesso si paralizza pensando di non avere certezza del risultato positivo del  proprio agire, che per eccesso di prudenza puo’ diventare un blocco totale.

Un approccio utile alle situazioni di “stallo emotivo” e’ anche quello di praticare attività che contrastano gli ormoni della preoccupazione con quelli della felicità e dunque, avere un umore e un approccio più rilassato e imparare ad affrontare un problema per volta evitando il multitasking.

Per sopravvivere allo stress e condurre una vita più serena occorre raggiungere un equilibrio tra le aspettative e la capacità di raggiungere degli obiettivi.

Pensiamo di non essere supereroi invincibili eppure se riflettiamo sul sapere che abbiamo già passato altre tempeste potremmo immaginare di poterne affrontare anche delle altre. 

Lo stress più che una causa è la conseguenza di fattori che non si riescono a correggere perciò occorre porre in essere azioni concrete nella vita come se “sudassimo di più durante l’ addestramento per rafforzarci e sanguinare meno in guerra”. 

Tale assunto pare ci venga tramandato dai soldati spartani che dovevano avere ben chiaro nella mente quanto la fatica di addestramenti estenuanti si faceva sentire sul corpo e sullo spirito ma “Chi si addestrava in modo eccellente aveva meno probabilità di essere sconfitto successivamente sul campo di battaglia”

Allora invece di lamentarci, criticare, giudicare, discutere dovremmo assumerci la responsabilità di agire e solo così potremo raggiungeremo il LIVELLO DI ECCELLENZA, perche’ se non immaginiamo il nostro futuro, se non lo visualizziamo dinanzi a noi, se non ci concentriamo sulle giornate che viviamo, nel qui ed ora, quali vere unita’ di misura della vita,  sara’ impossibile realizzare cio’ che vogliamo.

Ogni azione, anche la più piccola, vale di più di mille parole e la nostra trasformazione parte della “azioni” per imparare ad “appartenere a noi stessi” e a nessun’altro senza farci desintonizzare dalle lunghezze d’onda delle nostre numerose risorse.

La crescita persona tramite il coaching e’ uno strumento speciale per poter fare emergere il meglio di noi.

Alcuni trasformeranno i loro desideri in realtà con l’applicazione di “buone pratiche” molti altri sogneranno a vita perche’ creare la propria consapevolezza e alimentare la propria interiorita’ e’ faticoso ma al contempo meraviglioso.

Guardiamoci dentro senza arroganza, senza affidare a fattori esterni, o ad altre persone la nostra felicita’,  e chiediamoci cosa vogliamo veramente per noi stessi e per la nostra vita.

   

Parleremo di questi argomenti e di Strategie di Coaching e PNL bioetica per  VIVERE UNA RELAZIONE SANA CON SÉ STESSI insieme alla scrivente,  al Dr. Marco Magliozzi , psicologo, psicoterapeuta, master in PNL bioetica, socio fondatore di Fermiconlemani, e al Prof. Pierfrancesco Impedovo, criminologo, giurista, socio di Fermiconlemani.

Durante l’incontro on line sara’ possibile contattarci per porci domande in diretta,  e ascoltare le applicazioni del mio metodo brevettato “Rinascere Danzando”.

La regola delle 3H: “Hollywood hates happiness”  ovvero Hollywood odia la felicità (Sylvester Stallone)

Criminologa

Coach e Conselour Bioetica

Master in PNL Bioetica

Esperta in

Crimini Violenti, Violenza on line e off line, Dinamiche Settarie, Satanismo

Ideatrice del Metodo “Rinascere Danzando” e del Progetto “Cassetta Help”

Consulente di parte per:

supporto in indagini difensive, ricostruzione criminodinamica degli eventi, preparazione interrogatori,

analisi della testimonianza, ricostruzione del fatto criminoso.

Presidente dell’A.P.S.-E.T.S. Fermiconlemani

SCOPRI DI COSA HANNO PARLATO I NOSTRI ESPERTI DURANTE LA DIRETTA DELL’8.6.2022

L’AMORE LIQUIDO :IL CONSUMISMO RELAZIONALE

É noto ai più che negli ultimi vent’anni, l’ambiente sociale si trova in uno stato liquido che lo separa nettamente dal suo precedente stadio solido, come Bauman ha cominciato a teorizzare già dal 2002.

La società solida è quella che resta tale per regole, usi e soprattutto imposizioni, quella liquida invece non conserva una sua forma, cambia nel breve termine ed in modo sostanziale.

Un tempo la società era costituita da persone prive della possibilità di poter cambiare il proprio status, perché ciò non era previsto dal ceto di appartenenza e sopratutto dalle concezioni sociali.

Oggi invece la parte giovane della società appare appunto liquida, un melting pot di individui diversi provenienti talvolta anche da diverse culture.

Ciò comporta una nuova modalità di interazione fra le persone: non esistono confini, si esce dagli schemi prestabiliti e dagli stereotipi costruiti dalle generazioni precedenti e lo scenario appare molto più complesso rispetto a prima, sopratutto per quanto riguarda lo spazio formativo, dato che ci si ritrova a confrontarsi con una moltitudine di modelli a volte contrastanti tra loro.

Il problema è che costruire una propria identià “solida” in una società “liquida”, risulta essere molto più complicato per l’assenza di schemi di riferimento.

Non è un caso che Bauman affermi che “L’incertezza nelle azioni caratterizza l’uomo post-moderno e sopratutto il suo modo di agire di fronte a situazioni di rischio e pericolo. Proprio per questo spesso l’incertezza si protrae oltre la fase adolescenziale invadendo l’età adulta”.

  • Ciò perché I giovani vivono una sfida aperta e quotidiana con il mondo.
  • Fluttuano in un ambiente immerso nella competizione e nell’esigenza di essere notati, di possedere gli oggetti giusti che determinino il loro status, più di quanto si facesse in passato allorquando la classe sociale era predeterminata dalla famiglia di appartenenza.

E in questa sorta di magma globalizzato, i giovanissimi sono attratti da qualsiasi realtà che permetta loro di accorciare non soltanto le distanze spaziali, ma anche quelle relazionali in modo particolare quelle relative alla selezione di partner sessuali.

Basti pensare alle chat che hanno il potere di accorciare i tempi e permettono di arrivare velocemente all’obiettivo desiderato.

Dunque la prima conclusione è che la modernità liquida ha modificato il nostro modo di percepire il tempo e lo spazio.

E se da un lato il web ci ha permesso di accorciare le distanze; dall’altro ha creato dei veri e propri cataloghi umani, con delle conseguenze a volte tragiche.

Siamo la società dei like, dei “sempre connessi”, quanti più like si riescono a ottenere, tanto più agli occhi della collettività virtuale si è considerati di successo e spesso partner appetibili.

Si è instillata la sindrome dell’illusione in vetrina, che consisterebbe nel fatto che sul web si abbia l’illusione, appunto, di essere persone uniche.

Bauman a questo proposito sostiene che il web è entrato nel nostro mondo con la promessa di creare un ambiente ideale, democratico, quando invece in realtà ci avrebbe aiutato ad arrivare all’odierna crisi della democrazia e all’aggravamento delle conflittualità e delle divisioni ideologiche.

Il web è stato accolto come chance per una seconda vita che noi abbiamo trasformato in un mondo di cyberbullismo

diffamazione.

Ha illuso gli individui di poter raggiungere facilmente la notorietà, nonostante le probabilità di raggiungerla siano pari a quelle di una vincita di un jackpot.

La verità è un’altra…

Viviamo in un mondo mordi e fuggi, dove ogni evento della nostra vita è di breve durata, dai nostri accessori al nostro posto di lavoro e perfino l’amore e ai sentimenti.

E per i figli di questa società sembra difficile riuscire a conciliare la velocità e la fugacità dei nostri ritmi alla costruzione di un’affettività duratura.

Infatti i nativi liquidi si sono trasformati in professionisti della flessibilità sessuale, individui liberi di andare non avendo vincoli di intimità emotiva.

Bauman è categorico nell’affermare che l’essere umano è nato poligamo e ci si dovrebbe interrogare se l’amore liquido possa essere considerato un ritorno alle origini della sessualità umana.

Vorrei condividere con tutti voi alcune conclusioni sociologiche molto aderenti al dibattito di questa sera che provengono da un saggio assai poco conosciuto: “Nati liquidi” è l’opera sulla quale Bauman stava lavorando al momento della sua morte. Non un libro come gli altri, ma un dialogo con Thomas Leoncini che ha esattamente sessant’anni meno di lui e che fa parte delle generazioni dei nati liquidi, appunto, che il sociologo ha teorizzato per primo e della quale si è occupato per tutta la vita.


Bauman e Leoncini, in queste pagine, dialogano sugli aspetti più caratterizzanti degli anni ai quali appartiene il giovane interlocutore.

E la cosa interessante è che, lungo il percorso si scopre che la modifica del corpo, i tatuaggi, la chirurgia estetica, la barba, le dinamiche dell’aggressività, il web, le trasformazioni amorose sono fenomeni attuali che affondano le proprie radici in un passato che non è poi così diverso e nemmeno così passato.

Il tatuaggio, ad esempio, è un indicatore di inalienabilità del diritto all’auto affermazione.

Il che ha a che fare, spiega Bauman, con il concetto di comunità e identità che non sono affatto la stessa cosa, anzi.

“La prima, la comunità, è coercitiva, in quanto determina preventivamente il claster sociale dell’individuo, l’altra si presume sia ‘liberamente scelta’.”

Ecco spiegato il fenomeno della moda, dei tatuaggi.

Fenomeno giudicato ancora anticonformista e non completamente accettato nella nostra società, ma che rimanda alle abitudini tribali dell’Africa dove è l’assenza dei tatuaggi a decretare l’esclusione del singolo dal resto del gruppo.

Un altro meccanismo di auto affermazione e di accettazione di sé, attenzionato nel libro, è la chirurgia estetica.

Migliorare il proprio aspetto significa semplicemente avvicinarlo il più possibile ai parametri della moda dominante.

A questo proposito Bauman osserva che La cultura contemporanea della società dei consumatori è governata dal precetto ‘se puoi farlo, devi farlo’.

L’economia consumista prospera grazie al magico stratagemma del convertire la possibilità in obbligo o, per dirla in termini economisti, l’offerta in domanda”.

Poi c’è un altro tema di confronto, forse il più interessante, riguarda le trasformazioni dell’aggressività con particolare attenzione al fenomeno del bullismo.

Ancora una volta il riferimento è a un tema antropologico molto antico, i riti di passaggio. Le tre fasi nelle quali essi si articolano, separazione, marginalità e aggregazione sono gli stessi attraverso i quali si possono leggere i fenomeni di bullismo visti dal punto di vista della vittima.

Se è vero che in chiave antropologica i riti di passaggio hanno una funzione imprescindibile che scandisce i passaggi della crescita biologica e sociale, è altrettanto vero che il bullismo non ha e non può avere questa funzione.

In questa logica, l’unica lettura possibile di un fenomeno come questo è “il ritorno della violenza nella risoluzione dei conflitti, a scapito del dialogo finalizzato alla reciproca comprensione e alla rinegoziazione del modus co-vivendi”.

Secondo Bauman il web ha un ruolo importante in tutto questo, ma non come causa, bensì come condizione agevolante. 

Infatti è pacifico che il bullismo e la violenza in genere, esistono da sempre e da sempre sono manifestazione di un disagio esistenziale per chi li pratica e di emarginazione per chi ne è vittima.

Ciò che preoccupa realmente il grande sociologo è la banalizzazione del male, operazione che porta con sé una progressiva insensibilità nei confronti del male stesso e di tutte le sue manifestazioni.

Fare il male non richiede più motivazioni, soprattutto in una società in cui il pluralismo sembra alleggerire la responsabilità individuale in nome di un agire collettivo.

Non manca un’ampia digressione sul grande tema della trasformazione profonda che la liquidità ha prodotto sulla sfera sessuale e amorosa.

Il web rappresenta il non luogo e il non tempo per eccellenza.

È la dimensione che ci permette di essere contemporaneamente ovunque e in connessione con chiunque.

La relazione si costruisce prima online e solo in un secondo momento e neanche sempre, si concretizza in un incontro offline.

Dice Bauman “WhatsApp, Telegram, Messenger hanno questa grande funzione: accorciano i nostri tempi, ci fanno arrivare con molta più rapidità al target desiderato, sono processi istantanei che sanciscono come mai prima d’ora la fine delle distanza spaziali, determinando come unica sottile barricata la staccionata temporale.”

I social, in questa chiave, costituiscono il vero grande inganno del nostro tempo.

La selezione delle amicizie e delle interazioni che facciamo sui social costituisce, se così si può dire, ‘la fabbrica del consenso’.

Interagiamo solo con chi ci apprezza e condivide le nostre idee, mentre eliminiamo chi non esalta la nostra individualità e non alimenta la nostra autostima.

La relazione sul web a ben guardare è tra singoli, tra individualità che coesistono con altre individualità.

I social, hanno spazzato via le categorie del pensiero democratico, per far posto ad un’organizzazione della nostra sfera personale basata su principi che ricordano piuttosto il totalitarismo.

Bauman scrive “Online, a differenza di quanto accade offline, sono io ad avere il controllo: io sono il padrone, io comando. Forse non ho la stoffa del direttore d’orchestra, ma decido io che musica si suona.”

Gli uomini del ventunesimo secolo appartengono dunque ‘a due mondi’ e, come mostra la maggior parte delle ricerche sociologiche, la scelta di internet non è tanto in base all’opportunità di accesso, quanto a quella di uscita.

Dove uscita significa la possibilità di creare la propria zona di confort che accoglie tutto ciò che ci fa sentire bene, mentre esclude tutto ciò che ci irrita, ci stressa o ci fa sentire a disagio.
Il web, quindi, come amplificatore della modernità liquida nella quale siamo immersi. Nel bene e nel male.

Concludo con l’ultima (purtroppo) grande lezione che Bauman, ci ha lasciato…

“Nella modernità liquida tutte è cambiato. Ognuno di noi, sul palcoscenico della contemporaneità, è consapevole dell’impotenza degli strumenti che possiede. Siamo attori del grande teatro del mondo, ma quando i riflettori sono tutti per noi, l’agnosia ideativa ci colpisce come un pugno.

Prof. Pierfrancesco Impedovo, giurista, criminologo, socio di Fermiconlemani