Guida ai dress code dell’abbigliamento business per uomo

Consigli di stile per l’uomo contemporaneo dalla nostra Ottavia ditroia, responsabile progetto “benessere ed empowerment”

Anche per l’uomo è opportuno porsi qualche domanda in più quando si tratta di scegliere il giusto outfit da indossare in ambito professionale.

Per esempio: sapevate che bisogna tener conto non solo del settore lavorativo ma anche della cultura aziendale: come vengono rappresentati i dipendenti sul sito internet o nel materiale pubblicitario? Come si vestono in ufficio? Una buona regola è quella di non essere mai più eleganti del capo e allo stesso tempo non vestirsi più casual dei colleghi.

Inoltre, esistono diversi dress code della moda business: lo stile business attire, lo stile business casual, lo stile smart casual.

No panic!!

Questa guida passerà in rassegna ciascuno di questi stili in modo semplice e pratico con l’obiettivo di sgombrare la mente dai dubbi una volta per tutte.

STILE BUSINESS ATTIRE: con il termine “business attire” si intende il classico look da uomo o donna in affari. Il dress code business attire è molto formaleserio e conservativo. Questo stile viene detto spesso anche “business professional”. Per gli uomini è d’obbligo il completo formale con camicia e cravatta. Mentre l’abito dovrebbe essere di colori scuri come il grigio, l’antracite o il blu navy, per la camicia è possibile invece optare per un colore chiaro. La cravatta dovrebbe essere sempre di un colore più scuro della camicia, ma può contenere un leggero tocco di colore. Il panciotto è facoltativo nella maggior parte dei casi. Scarpe di pelle semplici ma eleganti con calzini coordinati e una cintura completano l’outfit.

STILE BUSINESS CASUAL:  riesce a combinare sapientemente eleganza e comodità. Si tratta di uno stile serio e professionale ma non troppo raffinato e rappresenta la nuova frontiera del dress code business. Questo stile, infatti, sta prendendo sempre più piede nelle aziende e organizzazioni moderne. Pur rimanendo entro i confini di un abbigliamento elegante, ben curato e sobrio, questo codice di abbigliamento offre più spazio per l’interpretazione personale. Il look business casual può quindi essere inteso come una variante meno impegnativa del classico look business. Lo stile business casual per gli uomini è meno rigoroso del tradizionale abbigliamento da ufficio, ma richiede comunque un look ordinato e abbastanza classico. Se la cravatta è facoltativa, non è possibile rinunciare a giacca o cappotto. Altri capi di abbigliamento che rientrano nello stile business casual per gli uomini sono: camicie con colletto stile francese, camicie leggermente più sportive con bottoni, maglioni in tessuti di alta qualità, pantaloni da completo, pantaloni classici in tessuto, chino estivi; scarpe di pelle eleganti e dall’aspetto professionale (ad esempio le scarpe Derby e Oxford) e cintura di pelle abbinata.   

STILE SMART CASUAL: a metà tra il formale e il casual, può essere descritto come semplice e pratico, ma allo stesso tempo elegante e ricercato. Per gli uomini, la transizione tra il business casual e lo smart casual è spesso fluida. Basta quindi seguire le regole generali del dress code business casual e alleggerire in modo mirato questo look. I capi di abbigliamento più sportivi come le polo, le scarpe da ginnastica eleganti o i pantaloni cachi possono essere abbinati ad un outfit più tradizionale.

Possiamo concludere affermando che nella maggior parte delle imprese non esiste un dress code aziendale fisso con regole chiare che si possono consultare quando ci si veste o si fa shopping. Tuttavia, esistono delle regole non scritte che si dovrebbero seguire per fare una buona impressione sul luogo di lavoro.

In caso di dubbi su quale sia il dress code appropriato per una nuova posizione lavorativa, è sempre meglio puntare su un outfit più classico. 

Ottavia Ditroia

FERMICONLEMANI ANCORA PARTE CIVILE IN UN PROCESSO PER MALTRATTAMENTI

Oggi, avanti al GUP del Tribunale di Bari, si è celebrata la prima udienza preliminare dell’ennesimo processo a carico di un soggetto maltrattante.

L’uomo è accusato di aver, per oltre due anni, perseguitato due membri della sua famiglia costituitisi parte civile per il tramite dall’Avv. Vincenzo Rubino.

L’associazione Fermiconlemani, patrocinata dal procuratore speciale –l’avvocata e socia Francesca Lombardi-, ha avanzato a sua volta istanza di costituzione di parte civile a supporto delle vittime vessate da reiterate aggressioni fisiche e violenze psicologiche.

<<Grazie alla professionalità, competenza e dedizione di tutta l’equipe legale della mia associazione che ringrazio – tiene a sottolineare la presidentessa di Fermiconlemani l’avv.ta TizianaCecere -, continuiamo a stare al fianco di tutte le vittime di violenza, dando il nostro contributo affinché riconquistino pienamente ciò che è stato loro tolto, moralmente, psicologicamente e legalmente. Questa nuova iniziativa processuale, che arriva dopo numerose altre già ammesse, può considerarsi un ulteriore tassello nell’esperienza della nostra associazione, a costante valorizzazione del lavoro di prevenzione e contrasto ad ogni forma di violenza svolto quotidianamente sul campo, attraverso attività d’informazione, ascolto, assistenza legale, contatto con i servizi territoriali e dunque attraverso la creazione di una rete di concreto sostegno alle vittime. Riconoscere ad associazioni antiviolenza come la nostra la legittimazione a stare in giudizio quale parte danneggiata dai reati contestati al maltrattante, è una conquista di altissimo valore civico al fine di ribadire che la violenza, perpetrata in qualsiasi forma o contesto, ha una ricaduta oltre che nella sfera individuale delle vittime, anche in quella collettiva, in un’ottica di responsabilità dell’intera società>>.

Il nostro progetto registrato “Cassetta Help” attivo anche in Emilia Romagna

Ravenna 10 maggio 2023

È innegabile che la pandemia e i suoi strascichi abbiano determinato una crescita esponenziale della fenomenologia violenta on line e off line.

Sono aumentati i reati di maltrattamento contro familiari o conviventi, gli episodi di violenza fisica, aggressione sessuale, diffamazione a mezzo social, anche tra i giovanissimi, in particolare le dinamiche di cybershaming, cyberbullismo, vessazione psicologia, mobbing coniugale, omicidio, uxoricidio e family murder aventi come target di elezione le donne.

La violenza on line e off line è un problema sociale e il ruolo delle associazioni anti violenza sul territorio è indispensabile per sensibilizzare, dare visibilità e accrescere nella società la consapevolezza che la violenza è un problema pubblico che danneggia il nostro sistema di valori, con particolare riguardo ai giovani, ai gruppi di pari e ai soggetti vulnerabili.

Informare si, ma soprattutto offrire strumenti concreti di prevenzione e aiuto: questa la ricetta!

Su questa scia la nostra associazione da anni vanta un progetto volto all’ascolto e al sostegno delle vittime di qualsiasi forma di violenza o discriminazione: “Cassetta Help”, una cassetta rossa dove chiunque sia vittima o spettatore di dinamiche violente o viva relazioni e situazioni malsane, patologiche e allarmanti altrimenti non facilmente intercettabili a causa della paura e della vergogna, possa lanciare una richiesta di aiuto o fare una segnalazione, anche in forma anonima.

Nella richiesta di aiuto è possibile indicare il proprio recapito per essere contattati da un volontario esperto o si può scegliere di rivolgersi direttamente allo sportello virtuale all’800 822 538 (il numero è in evidenza sulla targa posta accanto ad ogni cassetta), per ricevere supporto o prenotare un appuntamento presso i centri di ascolto posti sul territorio.

Al progetto hanno aderito il comune di Bari, il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bari, e ancora i comuni di Casamassima, Putignano, Triggiano, Ruvo di Puglia, Sant’Antonio Abbate (Na) e Scorrano (Le); si aggiunge oggi Cesenatico, ridente località emiliana, grazie alla lungimirante sinergia fra l’amministrazione locale e l’associazione ravennate, partner di Fermiconlemani, Crisalide Odv presieduta dalla signora Antonella Valletta, instancabile eroina di grandi battaglie di prevenzione.

Per la collocazione della cassetta si è scelta via Aurelio Saffi, sede di alcuni uffici comunali; presenti alla cerimonia inaugurale la vice sindaca Lorena Fantozzi e la Dott.ssa Federica Petrelli psicologa responsabile del “Centro donna”, la delegazione di Fermiconlemani costituita dalla presidentessa Tiziana Cecere e dai soci Pierfrancesco Impedovo e Daniela Corrado, nonché la presidentessa di Crisalide Odv Antonella Valletta.

Presidente di Fermiconlemani Avv.ta Tiziana Cecere: <<Silenzio e indifferenza sono molto pericolosi e diventano alleati della violenza: come Associazione, insieme al supporto e alla collaborazione dell’associazione nostra partner Crisalide Odv, sentiamo il dovere morale di contribuire a smuovere le coscienze in favore di una cultura di parità di genere, della non violenza e della non sopraffazione. Desideriamo costruire ogni giorno un futuro che neghi la violenza in generale, soprattutto per i più giovani, non soltanto contro le donne ma contro ogni essere vivente; questa la nostra mission condensata nel nostro slogan da me coniato: “Tutto ciò che desideri è dall’altra parte della paura>>.

Al via il processo per violenza sessuale a carico del Dr. Miniello

FERMICONLEMANI fra le associazioni che chiedono di costituirsi parte civile al fianco delle vittime

Giovedì 19 gennaio, innanzi al GUP presso il Tribunale di Bari dott. Ferraro, si è celebrata la prima udienza preliminare del processo pendente a carico del ginecologo barese Giovanni Miniello, chiamato a rispondere di plurimi episodi di violenza sessuale, tentata e consumata, ai danni di sue pazienti.

Molte vittime hanno formalizzato la costituzione di parte civile; analoga iniziativa è stata assunta da diversi centri e associazioni antiviolenza tra cui FERMICONLEMANI a mezzo del procuratore speciale avv.ta Daniela Corrado del foro di Bari, designata dalla Presidente dell’ente avv.ta Tiziana Cecere.

L’ammissione di tali costituzioni sarà discussa e decisa in seno alla prossima udienza, fissata per il giorno 16 febbraio 2023.

Presidentessa di Fermiconlemani Avv.ta Tiziana Cecere: “per noi è fondamentale agire all’interno del procedimento penale nella veste di accusatori privati affiancando le donne offese, perché la violenza è un reato che lede l’intera comunità.

Molto importante è sottolineare che la legittimazione attiva a costituirsi parte civile nei processi per crimini violenti della nostra associazione è stata riconosciuta già da diversi organi giudicanti in svariati altri processi, grazie alla corposa attività dell’associazione, documentata in atti al momento della costituzione, forte di anni di presenza sul territorio contro le discriminazioni e contro la violenza in ogni sua manifestazione, che si è consolidata anche grazie al lavoro sinergico con istituzioni e con altre associazioni, attraverso una rete sul territorio di sportelli di ascolto, assistenza legale-informativa e percorsi di prevenzione; un lavoro fatto di impegno e risorse proprie. 

L’associazione Fermiconlemani, nonostante non riceva fondi pubblici, è sempre in prima linea al fianco delle vittime di violenza, sostenendole e offrendo loro assistenza legale, psicologica e  di empowerment personale”.

Martina Scialdone, la trentacinquenne avvocata uccisa a colpi di pistola dal suo ex compagno

Le riflessioni in chiave criminologica della nostra presidentessa, Avv.ta Tiziana Cecere e del Prof. Pierfrancesco Impedovo.

Si chiamava Martina Scialdone di soli 35 anni, l’avvocata romana con studio ai Parioli, esperta di diritto di famiglia che, ironia della sorte, si occupava con passione anche di violenza sulle donne, uccisa dal suo ex compagno, Costantino Bonaiuti, davanti ad un ristorante in zona Tuscolano. 

La donna è morta poco dopo i soccorsi, giunti tempestivamente sul posto e allertati attraverso il 112. L’uomo, un 61enne, è fuggito subito dopo, ma poi è stato raggiunto dalle volanti della polizia e arrestato a Fidene, nel quadrante della periferia nord della capitale. Aveva un porto d’armi per uso sportivo.

Un testimone riferisce: «L’ha ammazzata sotto i miei occhi. Litigavano, nessuno è intervenuto».

Il 2023 è appena iniziato ed ecco balzare alle cronache il primo efferato femmincidio.

Lo abbiamo detto più volte in queste pagine, che la violenza di genere non è imputabile solo ed esclusivamente al “mostro” di turno, ma è da ricercare in radici più profonde di quanto si può immaginare.

Quando parliamo di femminicidio, quindi, evidenziamo un problema che trova le sue radici nella morfologia, ancora di matrice patriarcale, della nostra società post-moderna; in questo humus la donna è posta in una condizione di inferiorità in determinate relazioni sociali, familiari e lavorative che fa sentire gli uomini, primi tra tutti quelli che con lei condividono relazioni più vincolanti, nel diritto di discriminarla, maltrattarla, violarla ed in fine assassinarla.

L’atto violento che ha come epilogo la morte, è solo la punta di un iceberg, dove la parte più imponente del fenomeno rimane nascosto, mal documentata dai media e dalle statistiche.

Fa orrore, ed è giusto che così sia, ascoltare dai TG che una donna è stata uccisa dal marito o ex compagno, ma troppo spesso non riusciamo a comprendere quante altre donne, in silenzio, nell’ombra, lontano dalla vista, soffrono e subiscono violenze siano esse di natura fisica che di natura psicologica. Ma ancor più spesso, quel “lontano dalla vista” diventa una volontà omissiva di non voler vedere quello che succede, ritenendo che il fatto ricada nell’ambito di una dimensione privata, di un aspetto familiare, dove noi pensiamo di non dover mettere bocca, inconsapevoli che praticamente diventiamo complici di quella fenomenologia violenta.

Per questo non basta, se pur già tanto, il semplice parlarne, ma l’impegno per una sana società democratica, e per ogni singolo individuo della società, dovrebbe essere quello di adoperarsi materialmente, affinché certi fenomeni che vediamo, ma non vogliamo vedere, non restino chiusi tra le mura dell’abitazione della malcapitata, ma vengano portati alla luce dando il proprio contributo materiale.

Cruciale è dunque in questo contesto il ruolo di realtà istituzionali e sociali come FERMICONLEMANI, una rete di “attori” impegnata quotidianamente nelle attività di ascolto, sostegno, prevenzione, formazione, informazione e sensibilizzazione della collettività contro ogni forma di violenza e discriminazione.

Sul piano soggettivo, Il femminicidio, giova ricordarlo, è un omicidio che affonda le proprie radici in un terreno affettivo ed emotivo arido, scarsamente empatico, dove le persone sono ridotte a cose da usare e possedere.

Chi arriva a commettere un femminicidio è tendenzialmente incapace di accettare ed elaborare l’abbandono.

Spesso il femminicidio è l’epilogo di un altro reato troppe volte sottovalutato: lo stalking.

In un mondo emotivo narcisista ed infantile, l’altro viene percepito come uno strumento per soddisfare i propri bisogni.

Il bambino appena nato, vede nella madre un mezzo per sopravvivere e solo in seguito si affeziona a lei, riconoscendola come oggetto d’amore.

Dalle dinamiche del rapporto madre/figlio, oltre all’amore, emergono sentimenti distruttivi quali: la gelosia, il possesso e l’invidia.

Tali pulsioni emozionali se non vengono comprese ed elaborate correttamente dall’apparato psichico, danno vita a dinamiche comportamentali distruttive che generano risentimento, frustrazione, rabbia e odio, esattamente ciò che muove i comportamenti dello stalker nel compimento delle sue condotte.

Il femminicidio, dunque, spesso nasce da una profonda distorsione affettiva, emotiva comunicativa, improntata alla violenza, agita in un contesto disturbato, dove le fragilità: cognitive, emotive, affettive e sociali, dei soggetti in gioco, prendono il sopravvento.

In tale contesto, affettivamente deprivato e deprivante, per mantenere il controllo sulla persona viene agita ogni genere di violenza psicologica e fisica per garantire il mantenimento dello status quo. Per indebolire la volontà altrui vengono instillati, giorno dopo giorno, giudizi limitanti, critiche più o meno velate per ledere il senso di sicurezza, sino a generare profondi sensi di inadeguatezza, vergogna e colpa. Chi maltratta sminuisce sistematicamente l’altro, umiliandolo e annullandone anche la più banale libera manifestazione di sé.

Chi ama non ti sottomette. Chi ama ti migliora.

L’amore è bellezza, l’amore è cura, l’amore è volere il bene incondizionato dell’altro anche quando si allontana. 

Amore è soprattutto amarsi e non lasciarsi ridurre a cosa tra le cose.

Il team di Fermiconlemani si unisce al cordoglio della famiglia e della comunità forense romana.

DONNE CHE RINCORRONO I LUPI

DIPENDENZE AFFETTIVE E NARCISISMO PATOLOGICO

workshop esperienziale  NUOVA EDIZIONE

24 marzo 2023 dalle ore 18:00 alle ore 21:00

In presenza e con collegamento da remoto

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI SU INFO@FERMICONLEMANI.IT, 800.822538

Premessa:

Il corso è orientato ad individuare il significato di narcisismo, le sue origini e le più note teorie, a tracciare il profilo della personalità narcisistica negli aspetti personali e interpersonali.

Obiettivi e finalità:

  • Fornire strumenti, linee guida, spunti di riflessione e sostegno per chiunque entri in contatto con una personalità narcisistica analizzando il funzionamento narcisistico di personalità, focalizzandosi sull’autostima e sulla disregolazione emotiva.

Modalità e tempi:

Il work shop o si svolge durante il pomeriggio del dalle 18.00 alle 21:00, per la durata di tre ore.

Al termine dell’incontro dopo report test viene rilasciato attestato di partecipazione e slide.

Metodologia didattica e argomenti:

La metodologia dell’incontro si basa sulla partecipazione attiva: i temi sono trattati valorizzando le esperienze personali, le opinioni, i punti di vista, le emozioni dei partecipanti.

Il planning dell’incontro prevede attività motivazionali, potenziamento dell’autostima, introduzione al narcisismo dalle origini ad oggi, individuazione di linee guida per riconoscere un narcisista, strumenti di sostegno per gestire una relazione con un narcisista, spunti di riflessione su come evitare una relazione con un narcisista, miglioramento delle relazioni tramite l’empatia, confronti sugli strumenti legali di tutela, analisi dei casi di crimini violenti, racconto di esperienze personali.

Risorse umane coinvolte:

I professionisti coinvolti sono psicologi, psicoterapeuti, esperti in comunicazione, criminologi, donne con la propria esperienza personale.

Il Presidente di Fermiconlemani : “ogni edizione rinnovata del work shop Donne che Rincorrono i Lupi e’ sempre speciale e colma di scambi professionali, di emozioni ed evoluzioni personali delle partecipanti e dei partecipanti, si proprio cosi dei “partecipanti” anche gli uomini sono molto interessati. I discenti durante il work shop imparano a riconoscere il narcisismo patologico e quello funzionale per la nostra autostima.”

Le leggi della famiglia

Il sistema familiare alla base del nostro benessere e malessere

Ce ne parla il nostro socio fondatore Dott. Santo Scilipoti

“Le pecore nere di una famiglia sono in realtà liberatrici del loro albero genealogico. Membri della famiglia che non si adattano alle regole o alle tradizioni familiari, coloro che cercano costantemente di rivoluzionare le credenze. Coloro che scelgono strade contrarie ai percorsi ben battuti delle linee familiari, coloro che sono criticati, giudicati e persino respinti. Questi sono chiamati a liberare la famiglia da schemi ripetitivi che frustrano intere generazioni. Queste cosiddette “pecore nere”, quelle che non si adattano, quelle che ululano con la ribellione, in realtà riparano, disintossicano e creano nuovi rami fiorenti nel loro albero genealogico. Innumerevoli desideri non realizzati, sogni infranti o talenti frustrati dei nostri antenati si manifestano attraverso questa rivolta. Per inerzia, l’albero genealogico farà di tutto per mantenere il decorso castrante e tossico del suo tronco, che renderà il compito del ribelle difficile e conflittuale. Smetti di dubitare e prenditi cura della tua rarità “come il fiore più prezioso del tuo albero”. Sei il sogno di tutti i tuoi antenati”.

(Bert Hellinger)

La famiglia è un nucleo importante, è il luogo che dovrebbe essere sicuro per antonomasia.

Ma cosa succede se proprio la propria famiglia (intesa come rami intergenerazionali) diventa una rete che blocca e romperla significherebbe tradire la propria tradizione? Curioso che tradizione e tradimento, abbiano la stessa etimologia. Da “tradere”, condurre fuori…

Ed è proprio questo che Bert Hellinger sottolinea. La “pecora nera”, colei che rompe gli equilibri intergenerazionali con la sua diversità di essere e di intenti, conduce fuori da questo blocco di ripetizioni, di strade percorse e ripercorse e ciò avviene solo con la “ribellione” a quelle radici attraverso la propria individualità.

Dott. Santo Scilipoti

Il Dott. Santo Scilipoti si è laureato in psicologia clinica delle relazioni e dello sviluppo presso l’università di Bari, ha proseguito la specializzazione in psicoterapia ad orientamento psicoanalitico presso la Scuola Internazionale di Psicoterapia nel Setting Istituzionale a Roma. Iscritto all’ordine degli psicologi della Regione Puglia al n. 4596. Si è formato nei Centri di Salute Mentale di Bari e provincia dove ha lavorato su progetti inerenti alla lotta allo stigma e al benessere psicologico. Ha fatto parte, inoltre, del progetto “Momo: servizio di ascolto telefonico per la prevenzione del disagio psichico e sociale”, con cui si è occupato della prevenzione del cyberbullismo e del bullismo negli adolescenti. Attualmente è socio della cooperativa sociale Dreams Onlus che fornisce servizi di Psico-Oncologia e/o di Psicoterapia.

Il 25 Novembre di FERMICONLEMANI

Si è conclusa con grande soddisfazione per il team di Fermiconlemani la tre giorni organizzata in occasione delle celebrazioni del 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne, improntata alla costante semina di valori positivi e prevenzione.

La maratona ha avuto inizio il 23 con l’evento “DALLE DONNE ALLE DONNE: BENESSERE ED EMPOWERMENT “.

Con grandissima affluenza e partecipazione attiva del pubblico, presso la biblioteca del comune di Putignano, l’Associazione Fermiconlemani A.P.E. -E.T.S. ha proposto la terza edizione dell’evento gratuito rivolto alla cittadinanza “Dalle Donne alle donne: BENESSERE ED EMPOWERMENT”, ideato dalla presidentessa Tiziana Cecere e realizzata in questa occasione con la collaborazione dell’Associazione putignanese -partner di Fermiconlemani- Collettivo Street Sociale Spp-Lit, in cui esperte negli ambiti della nutrizione,  del benessere, della psicologia e del coaching hanno coinvolto le gentili ospiti dando loro informazioni teoriche di supporto e fortificazione dell’autostima, dell’empowerment e della leadership femminile, animate da sessioni pratiche e interattive di consulenza di immagine, di personal shopping, di armocromia e make-up. 

L’idea progettuale della Presidentessa Tiziana Cecere è nata dal tema centrale di fornire strumenti utili alle donne per consolidare la sorellanza ed accrescere la consapevolezza del loro prezioso ruolo nella società civile.

Sono intervenute le Istituzioni locali, l’Avv.ta Luciana Laera, sindaca del Comune di Putignano, la Dott.ssa Tiziana Gigantesco, Giudice di Pace di Putignano e l’Ispettrice Sup. Dott.ssa Antonella Gallinotti del Commissariato P.S. di Putignano. Relatrici la Presidentessa di Fermiconlemani, Avv. Tiziana Cecere, la Dott.ssa Francesca Pilò, le Dott.sse Carmela Cosola e Florinda Marasciulo e Ottavia Ditroia.

L’evento è stato presentato e moderato dalla testimonial Alina Liccione, conduttrice tv e modella, impegnata da molti anni in numerose campagne di sensibilizzazione e di sostegno rivolte alle donne e per tali ragioni nominata socia onoraria di Fermiconlemani.

Una serata colma di colore e calore grazie anche all’esibizione del gruppo di flamenco Las Mariquitas, con le coreografie di Barbara Altini e all’artista putignanese Vanna Laera che ha esposto le creazioni del suo Atelier Soul Emotion.

L’indomani, 24 novembre, il focus si è spostato sui più piccoli.

Presso l’istituto scolastico comprensivo De Gasperi – Stefano da Putignano, sempre a Putignano, si è tenuto l’incontro “strategie di protezione per un equilibrato controllo del corpo e della mente” a cura del team di Fermiconlemani coadiuvato dal team Work della Federazione Italiana Krav Maga capeggiata dal Dott. Domenico Taddei, dalla Polizia di Stato e dall’Associazione Nazionale Carabinieri, per offrire ai ragazzi di seconda media un’esperienza multidisciplinare con attività pratiche finalizzate alla prevenzione e al contrasto della violenza in ogni sua manifestazione.

Il 25 novembre data clou delle celebrazioni, alle 9,30 presso il parco giochi del quartiere San Pietro Piturno in Putignano, vi è stata la toccante cerimonia di inaugurazione dell’istallazione permanente dal titolo: ”il posto di chi non c’è”, una panchina rossa in memoria delle donne vittime di femminicidio.

Una cerimonia corale che ha visto il team di Fermiconlemani, le istituzioni locali e i vertici del commissariato di P.S. locale, affiancati da una delegazione di studenti dell’istituto comprensivo De Gasperi – Stefano da Putignano intervenuti con la lettura di riflessioni e componimenti sul tema della violenza di genere, uniti un abbraccio intergenerazionale per dire no alla violenza in ogni sua manifestazione.

L’intenso interscambio con i giovanissimi, fil rouge degli eventi del 25, è poi proseguito con una tavola rotonda tenutasi presso l’auditorium dell’istituto comprensivo De Gasperi – Stefano da Putignano dove, ospiti della dirigente Dott.ssa Mariana Buttiglione, il team di Fermiconlemani con il supporto della Polizia di Stato, ha dialogato con i ragazzi di terza media sugli “strumenti di prevenzione della violenza online e offline”.

L’incontro, dal forte impatto comunicazionale, ha toccato il suo apice con l’ascolto della struggente testimonianza di una madre sopravvissuta a suo figlio ucciso dalla sua compagna proprio il 25 novembre di qualche anno fa.

Nel pomeriggio protagonista è stato il contesto forense con la conferenza tenutasi presso l’Ordine degli Avvocati di Bari dal titolo “dire e agire contro la violenza: l’importanza della rete fra istituzioni, cittadini ed associazioni”

nel corso della quale l’intervento della presidentessa di Fermiconlemani, Avv.ta Tiziana Cecere, è stato corroborato dalla testimonianza della sig.ra Antonella Valletta, socia onoraria di Fermiconlemani e autrice del libro “Ho smesso di tremare”.

L’attività divulgativa si è conclusa poi domenica 27 con la partecipazione della presidentessa, Tiziana Cecere, alla presentazione del libro giallo di Letizia Vicidomini “La ragazza ragno”, tenutasi a Bari presso “Autori di stile”.

Presidentessa di Fermiconlemani Avv.ta Tiziana Cecere: <<È paradossale pensare che in Italia tutt’oggi, per radice culturale e sociale, esista ancora disparità uomo donna in ogni ambito della vita, dalla famiglia al lavoro. Tale divario di genere si è ampliato durante la pandemia e ciò è confermato, sia dall’aumento dei crimini violenti nei confronti delle donne, che dal contingente abbandono del lavoro da parte di molte donne per dedicarsi alla famiglia. Tutti, uomini e donne, siamo alla ricerca di uno stato di benessere ed equilibrio nelle diverse aree della nostra vita, per soddisfare i bisogni emotivi e psicologici più profondi e perciò sarebbe utile che attività come quelle messe in campo da Fermiconlemani -in questa settimana così intensa- tese ad attenuare il condizionamento dei pensieri sociali, storici e dei retaggi culturali ancora pregnanti nel nostro tessuto sociale, trovassero più ampia e larga condivisione. È stato particolarmente emozionante essere con le persone e tra le persone, inorgogliti della rete territoriale e del supporto prezioso delle istituzioni amministrative, scolastiche e di pubblica sicurezza che ci consentono di essere efficaci in tutte le attività di prevenzione di cui ci occupiamo>>.

Parliamo di VAWG. La violenza virtuale come forma di violenza di genere

In particolare Revenge Porn Pornografia non consensuale– Non Consensual Pornography (NCP).

Interessante approfondimento a cura della presidentessa Avv.ta Tiziana Cecere

La rapida e ampissima dif­fusione dell’uso dei social media, unitamente all’attuale tzunami di violenza nei confronti delle donne e delle ragazze ha fatto proliferare “la VAWG”: la violenza virtuale contro le donne e le ragazze che ha assunto a livello globale dimensioni mastodontiche producendo ripercussioni sia nei confronti delle vittime che nel substrato economico e sociale.

E’ stato rilevato, su scala mondiale, che una donna su dieci abbia già subito una forma di violenza virtuale, sin dall’età di 15 anni, nello spazio pubblico digitale che senza un utilizzo consapevole può divenire  “un luogo pericoloso” .

L’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (EIGE) ha condotto una ricerca documentale tesa ad individuare e ad analizzare gli studi esistenti sulle diverse forme di VAWG virtuale nonché a valutare la disponibilità di dati derivanti da indagini sul fenomeno.

Purtroppo, si tarda ancora a concettualizzare e a disciplinare in modo efficace e uniforme nell’Unione Europea (UE) la violenza virtuale contro le donne e le ragazze tanto che anche la ricerca condotta a livello nazionale negli Stati membri dell’UE è limitata. I dati della VAWG nell’UE sono scarsi e, di conseguenza, si sa molto poco sulla reale percentuale di vittime di violenza virtuale contro le donne e le ragazze e sulla portata dei danni poichè nella maggior parte degli Stati membri le forme di VAWG virtuale non sono considerate reato. I dati della polizia e della giustizia penale sul fenomeno sono irrisori e pur se negli Stati membri in cui le forme di VAWG virtuale costituiscono un reato, i dati raccolti mancano di organizzazione per sesso della vittima e autore del reato e del rapporto fra loro.

E’ interessante riportare i dati di un’indagine che ha coinvolto più di 9 000 utenti di Internet, di nazionalità tedesca, di età compresa tra 10 e 50 anni, da cui e’ emerso che le donne erano notevolmente più suscettibili e pativano situazioni piu’ traumatiche rispetto agli uomini nell’ essere vittime di molestie sessuali online e di comportamenti persecutori perpetrati attraverso mezzi informatici (cyber­stalking).

Questo risultato è corroborato da un’indagine del 2014 condotta dal Pew Research Center negli Stati Uniti (le donne -in particolare le giovani della fascia di età di 18-24 anni) subiscono in misura sproporzionata diversi tipi di molestie virtuali, in particolare cyberstalking e molestie sessuali online.

Gli esperti del team di Fermiconlemani, da diversi anni, con numerosi eventi informativi e formativi nelle scuole, e in diretta sulla pagina Facebook, e su spreaker podcast studio, mettono in guardia i giovani sui rischi di con­cettualizzazione della VAWG virtuale come fenomeno com­pletamente separato dalla violenza «del mondo reale», perche’ in realtà rappresenta più propriamente un continuum rispetto alla violenza off line.

Ad esempio, il cyberstalking perpetrato da un partner o un ex partner segue gli stessi modelli dello stalking off line ed è quindi una violenza perpetrata da un offender, facilitata dalla tecnologia, quale preludio spesso ad azioni criminali violente di persona.

Tale “continuita’ “ e’ stata confermata da uno studio britannico sul cyberstalking da cui e’ emerso che oltre la metà (54 %) dei casi di violenza on line era correlata a un primo incontro in una situazione reale.

Inoltre, i dati dell’indagine della FRA del 2014 mostrano che il 77 % delle donne che hanno subito molestie online hanno subito almeno una forma di violenza sessuale e/o fisica da un partner intimo, e 7 donne su 10 (70 %) che hanno subito cyberstalking  sono anche state vittima di almeno una forma di violenza fisica e/o sessuale perpetrata da un offender conosciuto o ex partner.

Le forme di violenza virtuale contro le donne e le ragazze sono numerose ed e’ importante parlarne per conoscerle e poter mettere in atto tutte le azioni necessarie per prevenirle e per tutelare i propri diritti nel caso si assuma spiacevolmente la veste di vittime.

Il cyberstalking, pornografia non consensuale (o «pornografia della vendetta» o “revenge porn”), offese e molestie basate sul genere, stigmatizzazione a sfondo sessuale, pornografia indesiderata, estorsione sessuale, stupro e minacce di morte, ricerca e pubblicazione online di informazioni personali e private (doxing), e traffico di esseri umani perpetrato per via elettronica.

Non devono essere sottovalutate le varie forme di manifestazione e conseguenze della violenza nel cyberspazio, rispetto a quella off line, fra cui violenza sessuale, psicologica e violenza eco­nomica, in cui l’attuale o futura occupazione lavorativa della vittima è compromessa da informazioni pubblicate online.

Ci soffermiamo su una forma di violenza che finalmente in Italia dal 2019 e’ stata tipizzata in un reato: Revenge Porn Pornografia non consensuale – Non Consensual Pornography (NCP).

Tale forma di  VAWG e’ conosciuta con il termine di revenge porn o sfruttamento online o «por­nografia della vendetta», la pornografia non consensuale comporta la distribuzione online di fotografie o di video di sesso senza il consenso della persona ripresa.

La dinamica del revenge porn e’ piu’ diffuso di quanto possiamo immaginare.

Nel 2017, un’analisi del C.C.R.I. (Cyber Civil Rights Initiative) ha documentato che tra gli utenti di social media statunitensi uno su otto è stato vittima di revenge porn, prendendo in esame 3.044 individui.

L’8% è risultato vittima della pubblicazione non consensuale di materiali pornografici, denominata in breve “NCP”. E circa il 5,2% dei partecipanti ha ammesso di aver perpetrato la NCP. Inoltre, dallo studio è emerso che le donne hanno 1,7 volte più probabilità di essere vittime di NCP rispetto agli uomini.

Nel 2016, uno studio del “Data & Society Research Institute” ha rilevato che circa 10 milioni di americani sono stati vittime di NCP o sono stati minacciati di tale reato.

L’esecutore è spesso un ex partner che ottiene le immagini o i video nel corso di una precedente relazione, e mira a infamare e umiliare pubblicamente la vittima quale vendetta e ritorsione per la fine della relazione.

Comunque sia, gli offenders possono anche non essere partner o ex partner ma la motivazione alla base dei comportamenti criminali di questo reato e’ sempre la vendetta.

In alcuni casi, la persona offesa (uomo o donna) è vittima di violenza sessuale, spesso facilitata dalla droga da stupro che provoca, tra l’altro, ridotto senso del dolore, coinvolgimento nel disvoluto atto sessuale, effetti dissociativi e amnesia. Queste azioni criminali, ci duole riferirlo, sono diffuse anche tra i minori come la diffusa pratica del sexting, ovvero dell’invio di immagini intime come pratica di coppia: sovente tali immagini vengono diffuse a soggetti esterni alla coppia (il c.d. sexting secondario) andando a determinare situazioni dannose alle vittime analoghe a quelle prodotte dal revenge porn.

Le immagini possono essere ottenute anche memorizzando e utilizzando le foto dai profili dei social media o dal cellulare della vittima, e possono mirare a infliggere un danno nella vita «del mondo reale» delle persone offese (ad esempio facendoli licenziare dal lavoro).

Negli ultimi anni sono stati pubblicizzati diversi casi di donne vittime di vendetta pornografica non solo negli Stati membri dell’UE e negli Stati Uniti d’America, ma anche in Italia, le cui conseguenze sono state il suicidio delle vittime.

Infatti, solo in seguito al suicidio di Tiziana Cantone, nel nostro Paese, fu presentato un disegno di legge che mirava a introdurre l’art. 612-ter nel codice penale , “concernente il reato di diffusione di immagini e video sessualmente espliciti”.

Assistiamo ad un aumento di siti Internet dedicati alla condivisione della pornografia della vendetta, tramite cui gli utenti possono pubblicare immagini e informazioni personali quali indirizzo, datore di lavoro e collegamenti ai profili online della vittima.

L’utilizzo incontrollato dei social media ha prodotto anche un’orribile tendenza, quella della trasmissione dal vivo di atti di aggressione sessuale e stupro attraverso i social media tanto e’ vero che, nel 2017, purtroppo vi sono già stati due casi di grande risonanza pubblica, uno in Svezia e l’altro negli Stati Uniti d’America, di vittime il cui stupro è stato trasmesso in diretta online usando la funzione di Facebook.

Emerge la necessita’ di campagne di sensibilizzazione assidue e coinvolgenti per rendere le donne e le ragazze sempre piu’ consapevoli dei rischi del cyberspazio, informandole sui loro diritti e su tutti i servizi disponibili per contrastare o superare un coinvolgimento in VAWG.

In pochissimi paesi nel mondo quali Italia, Australia, Canada, Filippine, Giappone, Israele, Malta, Regno Uniti e alcuni stati degli U.S.A. esiste attualmente una legislazione specifica.

In Italia sono stati fatti dei grandi passi introducendo la fattispecie del revenge porn, l’articolo 612 ter del codice penale rubricato “Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti” con l’entrata in vigore del “codice rosso” il 9.8.2019, ma certamente c’e’ molta strada da percorrere in merito alla prevenzione tra le più giovani.A livello europeo sarebbe determinante migliorare i dati disaggregati sulla diffusione e sui danni della violenza virtuale contro le donne e le ragazze, per poter sviluppare indicatori e per misurare l’efficacia degli interventi cosi’ da mettere in atto azioni condivise negli Stati Membri contro le numerose forme di criminalità virtuale basate sul genere in particolare l’adescamento o «reclutamento» online di donne e ragazze in situazioni dannose come il traffico di esseri umani.

“Il modo più sicuro per evitare che foto intime siano diffuse online è non scattarle”

IL REVENGE PORN E’ UN REATO

Avv. Tiziana Cecere

Criminologa

Coach e Conselour Bioetica

Master in PNL Bioetica

Esperta in Crimini Violenti, Violenza on line e off line, Dinamiche Settarie, Satanismo

Ideatrice del Metodo “Rinascere Danzando” e del Progetto “Cassetta Help”

Consulente di parte per:

supporto in indagini difensive, ricostruzione criminodinamica degli eventi, preparazione interrogatori,

analisi della testimonianza, ricostruzione del fatto criminoso.

Presidente dell’A.P.S.-E.T.S. Fermiconlemani

GIORNATA INTERNAZIONE DEI DIRITTI DELLE DONNE

Sicuramente molta strada è stata fatta sino ad ora, ma forse festeggeremo veramente le donne quando non ci sarà più bisogno di una festa per ricordarne il valore, l’essenza o anche solo la presenza…

Quando non dovremo giustificarci se vorremo essere madri oltre che lavoratrici; quando non saremo oggetto di apprezzamenti “pesanti” da parte di alcuni uomini così solo per scherzare e se non ci stiamo non siamo persone che stanno allo scherzo o magari siamo additate come “Santa Maria Goretti”;

quando se arriviamo ad occupare un posto di “potere” non sarà perché “l’abbiamo data” a qualcuno ma magari perché valiamo davvero;

quando potremo vestirci della nostra femminilità senza per questo essere fraintese;

quando non dovremo risalire tutta la china se ci siamo solo fermate un attimo a pensare;

quando smetteremo di giudicarci l’un l’altra senza conoscerci davvero;

quando smetteremo di comportarci come alcuni uomini per non sentirci da meno di loro…!!

Pensiero che la socia di Fermiconlemani Avv. Micaela Festa vuole diffondere per questa significativa giornata.

Avvocata Micaela Festa

esperta in diritto di famiglia e minorile

socia di Fermiconlemani e referente zona Bitritto (Ba)