Martina Scialdone, la trentacinquenne avvocata uccisa a colpi di pistola dal suo ex compagno

Le riflessioni in chiave criminologica della nostra presidentessa, Avv.ta Tiziana Cecere e del Prof. Pierfrancesco Impedovo.

Si chiamava Martina Scialdone di soli 35 anni, l’avvocata romana con studio ai Parioli, esperta di diritto di famiglia che, ironia della sorte, si occupava con passione anche di violenza sulle donne, uccisa dal suo ex compagno, Costantino Bonaiuti, davanti ad un ristorante in zona Tuscolano. 

La donna è morta poco dopo i soccorsi, giunti tempestivamente sul posto e allertati attraverso il 112. L’uomo, un 61enne, è fuggito subito dopo, ma poi è stato raggiunto dalle volanti della polizia e arrestato a Fidene, nel quadrante della periferia nord della capitale. Aveva un porto d’armi per uso sportivo.

Un testimone riferisce: «L’ha ammazzata sotto i miei occhi. Litigavano, nessuno è intervenuto».

Il 2023 è appena iniziato ed ecco balzare alle cronache il primo efferato femmincidio.

Lo abbiamo detto più volte in queste pagine, che la violenza di genere non è imputabile solo ed esclusivamente al “mostro” di turno, ma è da ricercare in radici più profonde di quanto si può immaginare.

Quando parliamo di femminicidio, quindi, evidenziamo un problema che trova le sue radici nella morfologia, ancora di matrice patriarcale, della nostra società post-moderna; in questo humus la donna è posta in una condizione di inferiorità in determinate relazioni sociali, familiari e lavorative che fa sentire gli uomini, primi tra tutti quelli che con lei condividono relazioni più vincolanti, nel diritto di discriminarla, maltrattarla, violarla ed in fine assassinarla.

L’atto violento che ha come epilogo la morte, è solo la punta di un iceberg, dove la parte più imponente del fenomeno rimane nascosto, mal documentata dai media e dalle statistiche.

Fa orrore, ed è giusto che così sia, ascoltare dai TG che una donna è stata uccisa dal marito o ex compagno, ma troppo spesso non riusciamo a comprendere quante altre donne, in silenzio, nell’ombra, lontano dalla vista, soffrono e subiscono violenze siano esse di natura fisica che di natura psicologica. Ma ancor più spesso, quel “lontano dalla vista” diventa una volontà omissiva di non voler vedere quello che succede, ritenendo che il fatto ricada nell’ambito di una dimensione privata, di un aspetto familiare, dove noi pensiamo di non dover mettere bocca, inconsapevoli che praticamente diventiamo complici di quella fenomenologia violenta.

Per questo non basta, se pur già tanto, il semplice parlarne, ma l’impegno per una sana società democratica, e per ogni singolo individuo della società, dovrebbe essere quello di adoperarsi materialmente, affinché certi fenomeni che vediamo, ma non vogliamo vedere, non restino chiusi tra le mura dell’abitazione della malcapitata, ma vengano portati alla luce dando il proprio contributo materiale.

Cruciale è dunque in questo contesto il ruolo di realtà istituzionali e sociali come FERMICONLEMANI, una rete di “attori” impegnata quotidianamente nelle attività di ascolto, sostegno, prevenzione, formazione, informazione e sensibilizzazione della collettività contro ogni forma di violenza e discriminazione.

Sul piano soggettivo, Il femminicidio, giova ricordarlo, è un omicidio che affonda le proprie radici in un terreno affettivo ed emotivo arido, scarsamente empatico, dove le persone sono ridotte a cose da usare e possedere.

Chi arriva a commettere un femminicidio è tendenzialmente incapace di accettare ed elaborare l’abbandono.

Spesso il femminicidio è l’epilogo di un altro reato troppe volte sottovalutato: lo stalking.

In un mondo emotivo narcisista ed infantile, l’altro viene percepito come uno strumento per soddisfare i propri bisogni.

Il bambino appena nato, vede nella madre un mezzo per sopravvivere e solo in seguito si affeziona a lei, riconoscendola come oggetto d’amore.

Dalle dinamiche del rapporto madre/figlio, oltre all’amore, emergono sentimenti distruttivi quali: la gelosia, il possesso e l’invidia.

Tali pulsioni emozionali se non vengono comprese ed elaborate correttamente dall’apparato psichico, danno vita a dinamiche comportamentali distruttive che generano risentimento, frustrazione, rabbia e odio, esattamente ciò che muove i comportamenti dello stalker nel compimento delle sue condotte.

Il femminicidio, dunque, spesso nasce da una profonda distorsione affettiva, emotiva comunicativa, improntata alla violenza, agita in un contesto disturbato, dove le fragilità: cognitive, emotive, affettive e sociali, dei soggetti in gioco, prendono il sopravvento.

In tale contesto, affettivamente deprivato e deprivante, per mantenere il controllo sulla persona viene agita ogni genere di violenza psicologica e fisica per garantire il mantenimento dello status quo. Per indebolire la volontà altrui vengono instillati, giorno dopo giorno, giudizi limitanti, critiche più o meno velate per ledere il senso di sicurezza, sino a generare profondi sensi di inadeguatezza, vergogna e colpa. Chi maltratta sminuisce sistematicamente l’altro, umiliandolo e annullandone anche la più banale libera manifestazione di sé.

Chi ama non ti sottomette. Chi ama ti migliora.

L’amore è bellezza, l’amore è cura, l’amore è volere il bene incondizionato dell’altro anche quando si allontana. 

Amore è soprattutto amarsi e non lasciarsi ridurre a cosa tra le cose.

Il team di Fermiconlemani si unisce al cordoglio della famiglia e della comunità forense romana.

Gli auguri di FERMICONLEMANI per le festività natalizie e un 2023 di speranza

Cena sociale 2022: un momento di condivisione e progettualità

Anche quest’anno, come da tradizione, lo scorso 22 dicembre, si è tenuta la cena sociale.

La nostra “comunità gentile” si è ritrovata per un momento di convivialità, ma anche di riflessione collettiva.

La pandemia del covid, oltre che una crisi sanitaria, economica e sociale, si è connotata per il suo dirompete potere divisivo fra le persone. Si è affermata una frammentazione sociale che ha dissolto perfino «la fisicità dello stare insieme».

Per questo abbiamo fortemente voluto ritrovarci, occhi negli occhi, con il cuore colmo di entusiasmo e nella mente una miriade di progetti, tutti convergenti verso la nostra mission: la semina di valori positivi, la formazione, l’informazione e la prevenzione della violenza in ogni sua manifestazione.

La cena è stata altresì l’occasione per festeggiare il compleanno della nostra socia Daniela Corrado.

Perchè Fermiconlemani, prima che un’associazione, è una comunità di persone legate da rapporti personali di amicizia e fratellanza, fondati sulla condivisione di valori e obbiettivi.

Ognuno di voi è un seme prezioso che sprigiona idee e forze vitali che io coltiverò sempre con cura e dedizione.

Questa la dedica pensata dalla nostra presidentessa, Avv.ta Tiziana Cecere, che fa da cornice al gadget regalato a tutti i soci, espressione autentica dell’identità del nostro team: spirito di gruppo, integrazione e fiducia reciproca.

Da tutto il team di FERMICONLEMANI gli auguri di serene festività natalizie e di un 2023 di rinascita.

Sfruttiamo questo nuovo inizio per essere migliori; dedichiamoci a costruire e arricchire legami che ci rendono persone.

Per recuperare il senso del limite, della nostra vulnerabilità come un valore. E con essa la capacità di contare sulle nostre forze, che sono enormi soprattutto se impariamo a cooperare, a guardare alle fragilità dell’altro come le nostre.

Il 25 Novembre di FERMICONLEMANI

Si è conclusa con grande soddisfazione per il team di Fermiconlemani la tre giorni organizzata in occasione delle celebrazioni del 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne, improntata alla costante semina di valori positivi e prevenzione.

La maratona ha avuto inizio il 23 con l’evento “DALLE DONNE ALLE DONNE: BENESSERE ED EMPOWERMENT “.

Con grandissima affluenza e partecipazione attiva del pubblico, presso la biblioteca del comune di Putignano, l’Associazione Fermiconlemani A.P.E. -E.T.S. ha proposto la terza edizione dell’evento gratuito rivolto alla cittadinanza “Dalle Donne alle donne: BENESSERE ED EMPOWERMENT”, ideato dalla presidentessa Tiziana Cecere e realizzata in questa occasione con la collaborazione dell’Associazione putignanese -partner di Fermiconlemani- Collettivo Street Sociale Spp-Lit, in cui esperte negli ambiti della nutrizione,  del benessere, della psicologia e del coaching hanno coinvolto le gentili ospiti dando loro informazioni teoriche di supporto e fortificazione dell’autostima, dell’empowerment e della leadership femminile, animate da sessioni pratiche e interattive di consulenza di immagine, di personal shopping, di armocromia e make-up. 

L’idea progettuale della Presidentessa Tiziana Cecere è nata dal tema centrale di fornire strumenti utili alle donne per consolidare la sorellanza ed accrescere la consapevolezza del loro prezioso ruolo nella società civile.

Sono intervenute le Istituzioni locali, l’Avv.ta Luciana Laera, sindaca del Comune di Putignano, la Dott.ssa Tiziana Gigantesco, Giudice di Pace di Putignano e l’Ispettrice Sup. Dott.ssa Antonella Gallinotti del Commissariato P.S. di Putignano. Relatrici la Presidentessa di Fermiconlemani, Avv. Tiziana Cecere, la Dott.ssa Francesca Pilò, le Dott.sse Carmela Cosola e Florinda Marasciulo e Ottavia Ditroia.

L’evento è stato presentato e moderato dalla testimonial Alina Liccione, conduttrice tv e modella, impegnata da molti anni in numerose campagne di sensibilizzazione e di sostegno rivolte alle donne e per tali ragioni nominata socia onoraria di Fermiconlemani.

Una serata colma di colore e calore grazie anche all’esibizione del gruppo di flamenco Las Mariquitas, con le coreografie di Barbara Altini e all’artista putignanese Vanna Laera che ha esposto le creazioni del suo Atelier Soul Emotion.

L’indomani, 24 novembre, il focus si è spostato sui più piccoli.

Presso l’istituto scolastico comprensivo De Gasperi – Stefano da Putignano, sempre a Putignano, si è tenuto l’incontro “strategie di protezione per un equilibrato controllo del corpo e della mente” a cura del team di Fermiconlemani coadiuvato dal team Work della Federazione Italiana Krav Maga capeggiata dal Dott. Domenico Taddei, dalla Polizia di Stato e dall’Associazione Nazionale Carabinieri, per offrire ai ragazzi di seconda media un’esperienza multidisciplinare con attività pratiche finalizzate alla prevenzione e al contrasto della violenza in ogni sua manifestazione.

Il 25 novembre data clou delle celebrazioni, alle 9,30 presso il parco giochi del quartiere San Pietro Piturno in Putignano, vi è stata la toccante cerimonia di inaugurazione dell’istallazione permanente dal titolo: ”il posto di chi non c’è”, una panchina rossa in memoria delle donne vittime di femminicidio.

Una cerimonia corale che ha visto il team di Fermiconlemani, le istituzioni locali e i vertici del commissariato di P.S. locale, affiancati da una delegazione di studenti dell’istituto comprensivo De Gasperi – Stefano da Putignano intervenuti con la lettura di riflessioni e componimenti sul tema della violenza di genere, uniti un abbraccio intergenerazionale per dire no alla violenza in ogni sua manifestazione.

L’intenso interscambio con i giovanissimi, fil rouge degli eventi del 25, è poi proseguito con una tavola rotonda tenutasi presso l’auditorium dell’istituto comprensivo De Gasperi – Stefano da Putignano dove, ospiti della dirigente Dott.ssa Mariana Buttiglione, il team di Fermiconlemani con il supporto della Polizia di Stato, ha dialogato con i ragazzi di terza media sugli “strumenti di prevenzione della violenza online e offline”.

L’incontro, dal forte impatto comunicazionale, ha toccato il suo apice con l’ascolto della struggente testimonianza di una madre sopravvissuta a suo figlio ucciso dalla sua compagna proprio il 25 novembre di qualche anno fa.

Nel pomeriggio protagonista è stato il contesto forense con la conferenza tenutasi presso l’Ordine degli Avvocati di Bari dal titolo “dire e agire contro la violenza: l’importanza della rete fra istituzioni, cittadini ed associazioni”

nel corso della quale l’intervento della presidentessa di Fermiconlemani, Avv.ta Tiziana Cecere, è stato corroborato dalla testimonianza della sig.ra Antonella Valletta, socia onoraria di Fermiconlemani e autrice del libro “Ho smesso di tremare”.

L’attività divulgativa si è conclusa poi domenica 27 con la partecipazione della presidentessa, Tiziana Cecere, alla presentazione del libro giallo di Letizia Vicidomini “La ragazza ragno”, tenutasi a Bari presso “Autori di stile”.

Presidentessa di Fermiconlemani Avv.ta Tiziana Cecere: <<È paradossale pensare che in Italia tutt’oggi, per radice culturale e sociale, esista ancora disparità uomo donna in ogni ambito della vita, dalla famiglia al lavoro. Tale divario di genere si è ampliato durante la pandemia e ciò è confermato, sia dall’aumento dei crimini violenti nei confronti delle donne, che dal contingente abbandono del lavoro da parte di molte donne per dedicarsi alla famiglia. Tutti, uomini e donne, siamo alla ricerca di uno stato di benessere ed equilibrio nelle diverse aree della nostra vita, per soddisfare i bisogni emotivi e psicologici più profondi e perciò sarebbe utile che attività come quelle messe in campo da Fermiconlemani -in questa settimana così intensa- tese ad attenuare il condizionamento dei pensieri sociali, storici e dei retaggi culturali ancora pregnanti nel nostro tessuto sociale, trovassero più ampia e larga condivisione. È stato particolarmente emozionante essere con le persone e tra le persone, inorgogliti della rete territoriale e del supporto prezioso delle istituzioni amministrative, scolastiche e di pubblica sicurezza che ci consentono di essere efficaci in tutte le attività di prevenzione di cui ci occupiamo>>.

BENESSERE ED EMPOWERMENT

Il progetto itinerante ideato e realizzato dalla presidentessa Tiziana Cecere per FERMICONLEMANI attivo da tre anni…

23 novembre dalle ore 17,30, presso la biblioteca del comune di Putignano

Approda a Putignano grazie a FERMICONLEMANI e Collettivo Street Sociale SPP-LIT, il progetto itinerante “BENESSERE ED EMPOWERMENT, esperienza interattiva con le donne”, in cui

esperte negli ambiti della nutrizione, del benessere, della consulenza di immagine e del coaching coinvolgeranno le gentili ospiti con informazioni teoriche di supporto e fortificazione dell’autostima, dell’empowerment e della leadership femminile e con attività pratiche, interattive e di simulazione negli ambiti della consulenza di immagine, del personal shopping, dell’armocromia e del make up.

Interverranno durante la manifestazione:

la Presidentessa di Fermiconlemani, Tiziana Cecere, coach e counselor bioetica,

la Dott.ssa Stefania Curci, psicologa, psicoterapeutica, make-up artist,

la Dott.ssa Francesca Pilò, psicologa, psicoterapeuta, trainer in pnl,

laDott.ssa Carmela Cosola, biologa nutrizionista,

la dott.ssa Florinda Marasciulo, biologa nutrizionista, specialista in patologia clinica,

Ottavia Ditroia, consulente d’immagine e personal shopper.

La testimonial dell’evento sarà la conduttrice tv e modella Alina Liccione che modererà il confronto e l’interazione.

La serata sarà allietata dalle esibizioni della cantante e performer Maria Grazia Trentadue,

del gruppo di flamenco Las Mariquitas, coreografie di Barbara Altini,

dell’artista Vanna Laera.

Femminicidi e violenza aumentano. Che cosa stiamo sbagliando?

Riflessioni del Dott. Michele Colasuonno

244° giorno dell’anno 2022 e 78 vittime di femminicidio.

A questo punto, penso che riflettere sul caso specifico, sulle dinamiche, o sugli aspetti psicologici rischi di diventare ripetitivo, e nulla s’andrebbe ad aggiungere alle tante voci di autorevoli colleghi che già hanno apportato tante considerazioni di questo genere.

E allora, vorrei provare a fare delle considerazioni un po’ più di ampie, provare a dare un altro punto di vista, il mio punto di vista.

Quello della violenza domestica mi sembra sia diventato ormai un cancro, che purtroppo si sta cercando di curare solo con della morfina, morfina sicuramente importante per lenire il dolore ma non curativa.

Violenza che sembra avere i piedi infangati in due elementi comuni, l’amore e la gelosia.

Inizierei questa riflessione con due domande, la prima; cosa è l’amore?

Innumerevoli volte mi sono trovato nel mio lavoro a porre questa domanda e sempre l’elemento comune nella risposta è un senso di smarrimento; come non sai cosa è l’amore? Come faccio a definirlo? La difficoltà nel definire qualcosa che sembra essere scontato, ma che forse scontato non è; e allora proverò a definire l’AMORE prendendo la risposta dalla Bibbia, San Paolo, nella prima lettera ai Corinzi definisce l’amore:

L’Amore è paziente, è benigno l’amore;

non è invidioso l’amore, non si vanta, non si gonfia,
non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto,
non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità.
Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
L’Amore non avrà mai fine.

In queste poche righe penso che San Paolo abbia ben definito l’amore vero, quello che la maggior parte cerca e vorrebbe vivere. Tutto il resto è soddisfacimento di altri bisogni magari inconsci, che ci portano a volte in dinamiche alquanto ingarbugliate se non pericolose.

E allora quando crediamo di aver trovato l’amore dovremmo chiederci, quale mio bisogno soddisfa? E se non riusciamo a trovare nessuna risposta, forse siamo davanti all’amore vero.

L’altra domanda è cosa è la gelosia? E anche qui prendo in prestito la spiegazione che la Bibbia da della gelosia.

In più passi, Dio viene definito come un Dio geloso, ma di quale gelosia si parla visto l’atteggiamento di Dio in tutto il resto della Bibbia?

Di quella gelosia che custodisce l’amata/o, che protegge, che vuole il bene dell’amato/a, tanto che se il bene dell’amato/a è stare lontano Lui lascia la libertà di allontanarsi, perché l’amore non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira…

Mi sembra che sempre più Amore e Gelosia, in senso teologico e profondo, siano sentimenti provati verso gli oggetti che fanno parte della nostra vita, mentre verso le persone “amate” si sviluppi un senso di possesso e sottomissione.

Se ti possiedo, posso fare di te quello che voglio, sono nella posizione di fare di te quello che voglio e come voglio, la tua vita è nelle mie mani.

Arrivati a questo punto penso che tutti coloro che lavorano e operano nel campo della cura di questo cancro, debbano sedersi e cercare altre vie di cura che non sia solo la morfina.

Gli interventi legislativi sono rivolti, solo verso la delicata parte della vittima, giustamente, senza porre interventi incisivi e rieducativi del carnefice (sì rieducativi, da teologo e psicologo non posso che essere fiducioso e possibilista nei confronti delle persone). Carnefice che vive un proprio e vero inferno interiore, sotterrato da mille paure, a poco servono case di accoglienza o ingiunzioni di allontanamento, e su questo la storia e gli eventi continui c’è ne portano una prova. Forse oltre alle tanto utili e indispensabili case rifugio, avremmo bisogno anche di case di accoglienza per chi vive il lutto dell’abbandono, e solo non riesce a superarlo, per chi si sente sconfitto dalla paura della solitudine, per chi trasforma la rabbia per… in violenza verso, per chi… e la lista sarebbe molto lunga.

Altro aspetto importante da valutare secondo me, è l’effetto Werther, la divulgazione a livello giornalistico di tali notizie porta con sé l’effetto domino in senso negativo, mi chiedo quanto l’informazione di femminicidio infonde coraggio nella vittima nel chiedere aiuto. Tale effetto è stato preso in considerazione in altri ambiti, mettendo in atto degli interventi che hanno portato concreti miglioramenti.

Forse se si intervenisse nelle scuole con un insegnamento ai sentimenti, al riconoscimento di questi, al valore della vita, prendendo contatto con il naturale fluire degli eventi, aiutando i giovani nell’elaborazione che tutto inizia e tutto finisce e quindi alla elaborazione del lutto, si favorirebbe il rispetto della vita dell’altro e della propria.

L’Amore non avrà mai fine, ma ognuno deve fare la sua parte.

Dott. Michele Colasuonno

psicologo, teologo, ipnologo, mediatore familiare,

socio Fermiconlemani.

Alessandra Matteuzzi: una donna che poteva essere salvata.

Le riflessioni del nostro responsabile area psicologica Dott. Marco Magliozzi

Un altro efferato femminicidio in Italia: Alessandra Matteuzzi, 56 anni, è stata uccisa a martellate dall’ex compagno Giovanni Padovani, 27enne di Bologna.

Una tragedia che poteva essere evitata e che racconta l’ennesima inefficienza dei servizi di prevenzione.

Ma andiamo con ordine.

I due si erano conosciuti un anno fa e avevano cominciato a frequentarsi. Fin da subito, purtroppo, Giovanni aveva dato chiari segni di squilibrio emotivo, manifestando iper gelosia e iper controllo sulla compagna.

In svariate occasioni, l’uomo avrebbe anche lanciato piatti e bicchieri, urlato contro la donna e addirittura la perseguitava, passando molte ore sotto la sua abitazione.

Ormai esasperata, Alessandra il 29 luglio ha sporto denuncia, denuncia che però non ha mai sortito reali effetti. La procura ha infatti aperto un fascicolo, ma nei confronti dell’uomo non sono mai stati adottati provvedimenti restrittivi. I carabinieri stavano preparando un’informativa per i magistrati, ma aspettavano di completarla interrogando testimoni che erano in ferie.

Un vero e proprio caso di sottovalutazione del pericolo.

Dopo circa un mese, difatti, la tragedia. Alessandra è morta e tutto questo potevamo impedirlo.

Questo dramma racconta il deficit, tutto italiano, inerente ai programmi di prevenzione e di sensibilizzazione sulla violenza.

Secondo i dati aggiornati nel mese di giugno 2022, in Italia sono stati già commessi ben 51 femminicidi.

Molti di questi, probabilmente, avrebbero potuto essere evitati, se si fosse dato ascolto con più attenzione alle voci delle vittime, dei familiari, degli amici, che già da mesi, settimane, giorni, si erano appellati alle forze dell’ordine e ai servizi sociali.

L’assurdità, a nostro parere, è che ci si attivi solo quando sussistano reali violenze fisiche e mai, o quasi mai, quando iniziano a mostrarsi le prime avvisaglie. Non esiste solo una forma di violenza corporea, ma anche psicologica: esiste lo stalking, esistono gli appostamenti, le urla, i rimproveri, la gelosia patologica. Tutte manifestazioni che, nel tempo, possono trasformarsi in qualcosa di tragico, come è avvenuto con Alessandra.

Perché dunque aspettare che ci sia una violenza fisica prima di intervenire? Questa è la domanda che ci poniamo come Associazione.

“Fermiconlemani”, nel suo piccolo, cerca di inviare a gran voce il messaggio di quanto sia necessario fare prevenzione, di quanto sia necessario denunciare, senza attendere neppure un minuto, al primo indizio di violenza. Le persone non cambiano magicamente, non migliorano solo perché lo promettono in ginocchio. Se esiste un malessere profondo, un disagio psicologico ed emotivo, questo va affrontato con dei professionisti, in modo tale che questi papabili autori di violenza possano fin da subito essere aiutati.

Inoltre, e non meno importante, bisogna infondere coraggio a tutte le donne che hanno paura di denunciare e di parlare, per timore di rappresaglie di qualsivoglia genere da parte dei compagni.

Meglio affrontare la paura, che gettarsi tra le braccia della morte.

Crudo a dirsi, ma la realtà è peggiore di quanto la si immagini. Solo con vere iniziative di prevenzione e sensibilizzazione è possibile inviare questi importantissimi messaggi.

L’essere umano, ahimè, è restio a imparare dall’esperienza. Non bastano decine e decine di femminicidi ogni anno per comprendere quanto la soluzione non sia nella punizione degli autori ma nella formazione emotiva ed educativa dei nostri ragazzi, futuri uomini, che possono crescere imparando valori quali il rispetto, l’amore reciproco e puro, la parità dei sessi, una comunicazione sana.

Il lavoro va fatto nelle scuole, nelle famiglie, nei centri di aggregazione e solo per ultimo nelle carceri.

Il nostro saluto va ad Alessandra, ovunque ella sia in questo momento, e a tutte le donne uccise ingiustamente le cui morti potevano essere evitate, con qualche attenzione in più.

Dott. Marco Magliozzi

Psicologo, Psicoterapeuta, esperto in PNL Bioetica

Socio fondatore Fermiconlemani

www.marcomagliozzi.it

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L’AMORE LIQUIDO :IL CONSUMISMO RELAZIONALE

É noto ai più che negli ultimi vent’anni, l’ambiente sociale si trova in uno stato liquido che lo separa nettamente dal suo precedente stadio solido, come Bauman ha cominciato a teorizzare già dal 2002.

La società solida è quella che resta tale per regole, usi e soprattutto imposizioni, quella liquida invece non conserva una sua forma, cambia nel breve termine ed in modo sostanziale.

Un tempo la società era costituita da persone prive della possibilità di poter cambiare il proprio status, perché ciò non era previsto dal ceto di appartenenza e sopratutto dalle concezioni sociali.

Oggi invece la parte giovane della società appare appunto liquida, un melting pot di individui diversi provenienti talvolta anche da diverse culture.

Ciò comporta una nuova modalità di interazione fra le persone: non esistono confini, si esce dagli schemi prestabiliti e dagli stereotipi costruiti dalle generazioni precedenti e lo scenario appare molto più complesso rispetto a prima, sopratutto per quanto riguarda lo spazio formativo, dato che ci si ritrova a confrontarsi con una moltitudine di modelli a volte contrastanti tra loro.

Il problema è che costruire una propria identià “solida” in una società “liquida”, risulta essere molto più complicato per l’assenza di schemi di riferimento.

Non è un caso che Bauman affermi che “L’incertezza nelle azioni caratterizza l’uomo post-moderno e sopratutto il suo modo di agire di fronte a situazioni di rischio e pericolo. Proprio per questo spesso l’incertezza si protrae oltre la fase adolescenziale invadendo l’età adulta”.

  • Ciò perché I giovani vivono una sfida aperta e quotidiana con il mondo.
  • Fluttuano in un ambiente immerso nella competizione e nell’esigenza di essere notati, di possedere gli oggetti giusti che determinino il loro status, più di quanto si facesse in passato allorquando la classe sociale era predeterminata dalla famiglia di appartenenza.

E in questa sorta di magma globalizzato, i giovanissimi sono attratti da qualsiasi realtà che permetta loro di accorciare non soltanto le distanze spaziali, ma anche quelle relazionali in modo particolare quelle relative alla selezione di partner sessuali.

Basti pensare alle chat che hanno il potere di accorciare i tempi e permettono di arrivare velocemente all’obiettivo desiderato.

Dunque la prima conclusione è che la modernità liquida ha modificato il nostro modo di percepire il tempo e lo spazio.

E se da un lato il web ci ha permesso di accorciare le distanze; dall’altro ha creato dei veri e propri cataloghi umani, con delle conseguenze a volte tragiche.

Siamo la società dei like, dei “sempre connessi”, quanti più like si riescono a ottenere, tanto più agli occhi della collettività virtuale si è considerati di successo e spesso partner appetibili.

Si è instillata la sindrome dell’illusione in vetrina, che consisterebbe nel fatto che sul web si abbia l’illusione, appunto, di essere persone uniche.

Bauman a questo proposito sostiene che il web è entrato nel nostro mondo con la promessa di creare un ambiente ideale, democratico, quando invece in realtà ci avrebbe aiutato ad arrivare all’odierna crisi della democrazia e all’aggravamento delle conflittualità e delle divisioni ideologiche.

Il web è stato accolto come chance per una seconda vita che noi abbiamo trasformato in un mondo di cyberbullismo

diffamazione.

Ha illuso gli individui di poter raggiungere facilmente la notorietà, nonostante le probabilità di raggiungerla siano pari a quelle di una vincita di un jackpot.

La verità è un’altra…

Viviamo in un mondo mordi e fuggi, dove ogni evento della nostra vita è di breve durata, dai nostri accessori al nostro posto di lavoro e perfino l’amore e ai sentimenti.

E per i figli di questa società sembra difficile riuscire a conciliare la velocità e la fugacità dei nostri ritmi alla costruzione di un’affettività duratura.

Infatti i nativi liquidi si sono trasformati in professionisti della flessibilità sessuale, individui liberi di andare non avendo vincoli di intimità emotiva.

Bauman è categorico nell’affermare che l’essere umano è nato poligamo e ci si dovrebbe interrogare se l’amore liquido possa essere considerato un ritorno alle origini della sessualità umana.

Vorrei condividere con tutti voi alcune conclusioni sociologiche molto aderenti al dibattito di questa sera che provengono da un saggio assai poco conosciuto: “Nati liquidi” è l’opera sulla quale Bauman stava lavorando al momento della sua morte. Non un libro come gli altri, ma un dialogo con Thomas Leoncini che ha esattamente sessant’anni meno di lui e che fa parte delle generazioni dei nati liquidi, appunto, che il sociologo ha teorizzato per primo e della quale si è occupato per tutta la vita.


Bauman e Leoncini, in queste pagine, dialogano sugli aspetti più caratterizzanti degli anni ai quali appartiene il giovane interlocutore.

E la cosa interessante è che, lungo il percorso si scopre che la modifica del corpo, i tatuaggi, la chirurgia estetica, la barba, le dinamiche dell’aggressività, il web, le trasformazioni amorose sono fenomeni attuali che affondano le proprie radici in un passato che non è poi così diverso e nemmeno così passato.

Il tatuaggio, ad esempio, è un indicatore di inalienabilità del diritto all’auto affermazione.

Il che ha a che fare, spiega Bauman, con il concetto di comunità e identità che non sono affatto la stessa cosa, anzi.

“La prima, la comunità, è coercitiva, in quanto determina preventivamente il claster sociale dell’individuo, l’altra si presume sia ‘liberamente scelta’.”

Ecco spiegato il fenomeno della moda, dei tatuaggi.

Fenomeno giudicato ancora anticonformista e non completamente accettato nella nostra società, ma che rimanda alle abitudini tribali dell’Africa dove è l’assenza dei tatuaggi a decretare l’esclusione del singolo dal resto del gruppo.

Un altro meccanismo di auto affermazione e di accettazione di sé, attenzionato nel libro, è la chirurgia estetica.

Migliorare il proprio aspetto significa semplicemente avvicinarlo il più possibile ai parametri della moda dominante.

A questo proposito Bauman osserva che La cultura contemporanea della società dei consumatori è governata dal precetto ‘se puoi farlo, devi farlo’.

L’economia consumista prospera grazie al magico stratagemma del convertire la possibilità in obbligo o, per dirla in termini economisti, l’offerta in domanda”.

Poi c’è un altro tema di confronto, forse il più interessante, riguarda le trasformazioni dell’aggressività con particolare attenzione al fenomeno del bullismo.

Ancora una volta il riferimento è a un tema antropologico molto antico, i riti di passaggio. Le tre fasi nelle quali essi si articolano, separazione, marginalità e aggregazione sono gli stessi attraverso i quali si possono leggere i fenomeni di bullismo visti dal punto di vista della vittima.

Se è vero che in chiave antropologica i riti di passaggio hanno una funzione imprescindibile che scandisce i passaggi della crescita biologica e sociale, è altrettanto vero che il bullismo non ha e non può avere questa funzione.

In questa logica, l’unica lettura possibile di un fenomeno come questo è “il ritorno della violenza nella risoluzione dei conflitti, a scapito del dialogo finalizzato alla reciproca comprensione e alla rinegoziazione del modus co-vivendi”.

Secondo Bauman il web ha un ruolo importante in tutto questo, ma non come causa, bensì come condizione agevolante. 

Infatti è pacifico che il bullismo e la violenza in genere, esistono da sempre e da sempre sono manifestazione di un disagio esistenziale per chi li pratica e di emarginazione per chi ne è vittima.

Ciò che preoccupa realmente il grande sociologo è la banalizzazione del male, operazione che porta con sé una progressiva insensibilità nei confronti del male stesso e di tutte le sue manifestazioni.

Fare il male non richiede più motivazioni, soprattutto in una società in cui il pluralismo sembra alleggerire la responsabilità individuale in nome di un agire collettivo.

Non manca un’ampia digressione sul grande tema della trasformazione profonda che la liquidità ha prodotto sulla sfera sessuale e amorosa.

Il web rappresenta il non luogo e il non tempo per eccellenza.

È la dimensione che ci permette di essere contemporaneamente ovunque e in connessione con chiunque.

La relazione si costruisce prima online e solo in un secondo momento e neanche sempre, si concretizza in un incontro offline.

Dice Bauman “WhatsApp, Telegram, Messenger hanno questa grande funzione: accorciano i nostri tempi, ci fanno arrivare con molta più rapidità al target desiderato, sono processi istantanei che sanciscono come mai prima d’ora la fine delle distanza spaziali, determinando come unica sottile barricata la staccionata temporale.”

I social, in questa chiave, costituiscono il vero grande inganno del nostro tempo.

La selezione delle amicizie e delle interazioni che facciamo sui social costituisce, se così si può dire, ‘la fabbrica del consenso’.

Interagiamo solo con chi ci apprezza e condivide le nostre idee, mentre eliminiamo chi non esalta la nostra individualità e non alimenta la nostra autostima.

La relazione sul web a ben guardare è tra singoli, tra individualità che coesistono con altre individualità.

I social, hanno spazzato via le categorie del pensiero democratico, per far posto ad un’organizzazione della nostra sfera personale basata su principi che ricordano piuttosto il totalitarismo.

Bauman scrive “Online, a differenza di quanto accade offline, sono io ad avere il controllo: io sono il padrone, io comando. Forse non ho la stoffa del direttore d’orchestra, ma decido io che musica si suona.”

Gli uomini del ventunesimo secolo appartengono dunque ‘a due mondi’ e, come mostra la maggior parte delle ricerche sociologiche, la scelta di internet non è tanto in base all’opportunità di accesso, quanto a quella di uscita.

Dove uscita significa la possibilità di creare la propria zona di confort che accoglie tutto ciò che ci fa sentire bene, mentre esclude tutto ciò che ci irrita, ci stressa o ci fa sentire a disagio.
Il web, quindi, come amplificatore della modernità liquida nella quale siamo immersi. Nel bene e nel male.

Concludo con l’ultima (purtroppo) grande lezione che Bauman, ci ha lasciato…

“Nella modernità liquida tutte è cambiato. Ognuno di noi, sul palcoscenico della contemporaneità, è consapevole dell’impotenza degli strumenti che possiede. Siamo attori del grande teatro del mondo, ma quando i riflettori sono tutti per noi, l’agnosia ideativa ci colpisce come un pugno.

Prof. Pierfrancesco Impedovo, giurista, criminologo, socio di Fermiconlemani

NON E’ AMORE : STORIE DI DONNE VITTIME DI VIOLENZA

Il 26.5.2022 presso il Museo Civico di Bari, durante la conferenza Non e’ Amore  organizzata da Ikos, In partner con Fermiconlemani e Meditatesi ci siamo tutti emozionati ascoltando l’esperienza personale dei genitori di Federica De Luca barbaramente uccisa nel 2016 dal marito Luigi Alfarano che non ha risparmiato il loro figlioletto di 4 anni.

Noi di Fermiconlemani  con la Presidente Avvocata Tiziana Cecere abbiamo parlato di love addiction, decision making, ciclo della violenza, no contact e percorso di fuoriuscita .

Il nostro team insiste con l’attività di informazione, formazione, ascolto, sostegno psicologico e psicoterapeutico e di promozione sociale dirette a tutti gli individui vittime di violenza di qualunque genere, alla solidarietà sociale e della promozione della persona e della sua dignità, alla rimozione degli ostacoli che impediscono l’attuazione dei principi di libertà e di uguaglianza, favorendo l’esercizio del diritto all’istruzione, alla cultura e alla formazione nonché alla valorizzazione delle attitudini e delle capacità personali.

E’ fondamentale la prevenzione, l’ascolto e il sostegno psicologico e psicoterapeutico rivolto a tutti gli individui abusati e abusanti in riferimento a questi ultimi quelli che abbiamo riconosciuto il loro stato.

Per tali ragioni siamo perseveranti nel promuovere a livello nazionale incontri di studio e confronto per le famiglie che sono state coinvolte in fenomeni di violenza psicologia e fisica in genere; promuovere a livello nazionale campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica in materia di prevenzione quale strumento di azione per ridurre la casistica delle vittime delle violenze avanti indicate, anche attraverso il supporto di esperti qualificati, pubblicazioni, convegni ecc..

Il mostro non dorme sotto il letto. Il mostro puo’ dormire al tuo fianco “ dal web

No, gli uomini non sono tutti uguali.

La mission di Fermiconlemani e’ orientata al rispetto assoluto dell’essere umano a prescindere dal genere, e di ogni essere vivente, insistendo su un punto focale :

“la prevenzione e la lotta alla non violenza deve essere programmata da uomini e donne insieme che cooperando , nell’analisi delle loro fragilita’ emotive e dei loro “buchi neri” dell’anima, possono restaurare, ricostruire e generare benessere e serenita’”.

Il mio pensiero e’ alle donne deluse, dispiaciute, maltrattate che hanno perso la speranza e la fiducia negli uomini.

Esistono, non solo nelle fiabe, uomini che lottano per le loro principesse.

Uomini che curano, proteggono e si mettono in gioco pur di vedere spuntare un sorriso sulla bocca della persona amata.

Sono uomini coraggiosi, che non temono il giudizio degli altri: quando reputano che qualcosa sia giusto da fare lo fanno e basta.

È questo l’uomo che vedo in ogni padre che fa sentire sua figlia una principessa.

E a questi uomini va tutta la mia gratitudine perché è grazie a loro che noi donne conosciamo davvero l’amore.

Avvocata Francesca Panetta

Socia di Fermiconlemani

Avvocata Civilista

Esperta in privacy, GDPR e protezione dei dati personali

Coach e Counselor Bioetico

E’ solo questione di tempo: la mia vita una favola

Il 21 luglio dalle 18:30 Fermiconlemani sara’ presente con il Presidente Avv. Tiziana Cecere presso lo spazio sociale per leggere lascito Garofalo , rete Bari Social Book, Comune di Bari, Assessorato al Welfare, ove si terrà la presentazione del libro

” E’ solo questione di tempo: la mia vita una favola ” scritto dalla Prof.ssa Paola Colarossi e ove ricordiamo e’ installata una delle nostre Cassette Help.

Sara’ un ottima occasione per parlare di madri, donne, famiglie, valori, rispetto, autostima, coraggio e prevenzione della violenza. 

E’ possibile prenotare ai riferimenti indicati in locandina.

Il team di Fermiconlemani ringrazia le referenti del  lascito Garofalo , rete Bari Social Book, Comune di Bari, Assessorato al Welfare e la Prof.ssa Colarossi per l’importante opportunita’.

Vi presentiamo la Prof.ssa Paola Colarossi:

“E’ nata a Trinitapoli nel 1962. Vive e lavora ad Andria.

Insegna matematica e scienze presso l’Istituto comprensivo Don Bosco-Manzoni.

Adora raccontare storie.”

<ERA TUTTO LA’.

IL DOLORE CHE CI PORTIAMO DENTRO HA RADICI PROFONDE E , A VOLTE, LONTANISSIME.

I NODI E LE QUESTIONI CHE NON SI SCIOLGONO RIMANGONO LI’, GENERAZIONE PER GENERAZIONE, E FERISCONO, UCCIDONO, CON UNA SOFFERENZA DEVASTANTE.

E TUTTE LE QUESTIONI, TUTTE LE NOSTRE SOFFERENZE, HANNO SEMPRE UN’UNICA RADICE: LA MANCANZA D’AMORE. >

CIT. Prof.ssa Paola Colarossi docente di matematica, Coach Bioetico.