Quando i bambini giocano ad uccidere

L’analisi criminologica del nostro socio fondatore Dott. Marco Magliozzi sull’agghiacciate assassinio di una dodicenne in Germania ad opera di due coetanee

Domenica scorsa, il 12 marzo, i cittadini di Freudenberg (Germania) si sono svegliati accolti da una notizia sconvolgente: è stato ritrovato il corpo senza vita e martoriato di una ragazzina di 12 anni all’interno di un bosco.

Luise – questo è il nome della giovane vittima – sarebbe stata accoltellata numerose volte da due sue coetanee, le quali avrebbero subito confessato il delitto.

In un Paese come quello tedesco, che si sforza di apparire come un popolo il più possibile integerrimo e rispettoso della legge, questo accadimento lascia davvero interdetti.

Lo stesso vicequestore, Juergen Sues, afferma: “Dopo oltre 40 anni di servizio, questo caso mi lascia senza parole”.

Ciò che lascia tutti esterrefatti sono, senza dubbio, sia la giovane età delle ragazzine accusate sia il modus operandi: un over killing sul corpo della vittima, martoriata da innumerevoli pugnalate.

Il movente sembra essere la vendetta, un modo per regolare i conti dopo che Luise avrebbe preso in giro una delle ragazzine incriminate.

Cosa succederà ora alle giovani assassine?

Secondo la giurisdizione tedesca, i crimini compiuti dai cittadini al di sotto dei 14 anni non ricadono sotto responsabilità penale.

Le autorità competenti saranno invece gli uffici di assistenza ai giovani, che molto probabilmente ordineranno misure riabilitative-educative.

Cosa ci insegna questa vicenda?

Come Associazione attenta al benessere individuale e collettivo non possiamo ignorare una vicenda simile, anche se accaduta lontano dal nostro Paese.

Le dinamiche violente, che sempre più si diffondono tra i giovani, sono una problematica molto presente anche nel nostro territorio.

Regolare i conti con un’amica, a causa di una presa in giro subita, ricorrendo all’omicidio è un campanello d’allarme enorme, gigantesco, che ci fa comprendere quanto alcuni giovani adolescenti non posseggano ancora quella sensibilità di percepire il prossimo come un essere umano, ma si arrogano il diritto di poter decidere le sorti della sua vita, arrivando addirittura a strappargliela via.

Le radici di questo folle gesto andrebbero scovate nel contesto familiare, nella società di appartenenza, nell’ambiente scolastico:

nessun ragazzo nasce criminale ma ci diventa, a causa del tipo di educazione (non) ricevuta, magari di una mancata o difficile integrazione nel gruppo dei pari o di traumi/esperienze negative vissute ma mai elaborate.

Impossibile, dunque, non aver mai colto i segnali violenti di queste due ragazzine prima d’ora. Il lapsus, e la criminologia clinica ce lo insegna, non esiste. Dentro le menti di queste due giovani omicide già c’era il seme della violenza. Come è possibile che genitori, amici, famiglia, insegnanti, non se ne siano mai accorti?

L’importanza della prevenzione a scuola

Ecco perché, soprattutto oggigiorno, è più che mai necessario fare prevenzione e sensibilizzazione.

Viviamo in una società che ci propina giornalmente contenuti violenti, attraverso serie-tv, film, social, quasi a voler inviare il messaggio: la violenza è normale.

Non è così!

In adolescenti fragili, la cui identità (Io) ancora non è ben sviluppata, questa dinamica altro non fa che mettere radici e costruire, nel tempo, la pericolosa idea che i problemi possano essere risolti usando le maniere forti, addirittura ricorrendo all’omicidio.

E’ importantissimo, dunque, dar vita ad eventi, incontri, workshop, laboratori, che coinvolgano attivamente i giovani, i loro genitori, gli insegnanti, così da veicolare sani messaggi educativi, basati sul rispetto e l’amore reciproco.

“Fermiconlemani” cerca di far ciò ogni giorno, sperando di offrire anche un piccolo contributo e permettere ai giovani di vivere in un mondo migliore.

Dott. Marco Magliozzi, psicologo, psicoterapeuta, criminologo, Trainer in PNL bioetica

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